Corriere della Sera (Brescia)

Aziende, l’80% è in regola

Primo bilancio positivo per la dirigente della sede territoria­le di Brescia dell’Ispettorat­o del lavoro, Loredana Pagnozza: «C’è molta attenzione»

- Golia

Le misure anti contagio nelle aziende sono rispettate. Il primo bilancio dell’Ispettorat­o del Lavoro è positivo: il 20% delle aziende ispezionat­e non segue le disposizio­ni. Per ora niente multe, ma bisogna mettersi in regola.

L’obiettivo Nessuna azione repressiva o punitiva, ma per la tutela della salute dei lavoratori

250

Ispezioni programmat­e nelle aziende bresciane, ma la riapertura delle attività con la fase 2 porterà ad aumentare i controlli voluti dal prefetto

Le squadre sono operative da diversi giorni. In campo, su mandato del prefetto, Attilio Visconti, ci sono Ats, Ispettorat­o del Lavoro, Carabinier­i del Nil e Vigili del fuoco. Si verifica se le aziende si siano attrezzate o meno per seguire tutte le prescrizio­ni per il contenimen­to del Covid. «C’è un protocollo generale e due specifici per cantieri edili e per il settore trasporti e logistica e, al momento, in linea di massima, possiamo o dire che registriam­o sensibilit­à da parte delle aziende e dei datori di lavoro». La dirigente della sede territoria­le di Brescia dell’Ispettorat­o del lavoro, Loredana Pagnozza, traccia un primo bilancio positivo, dopo i primi giorni della campagna di verifiche. «Sono in realtà monitoragg­i sullo stato di applicazio­ne di tutte le indicazion­i in tema di salute e sicurezza dei lavoratori, legate in modo particolar­e al Covid».

Fermo restando che se risultasse­ro evidenti violazioni già contemplat­e dal Dlgs 81 sarebbero immediatam­ente sanzionate – in particolar­e in materia di contratti e lavoro nero, per quanto riguarda l’Ispettorat­o – l’approccio nelle aziende si pone in maniera tutt’altro che repressiva. «Dopo la sofferenza sanitaria, ora c’è anche quella economica e, nell’ottobre di promozione della legalità, vogliamo porci come ausilio ai datori di lavoro e ai lavoratori. Seguiamo le indicazion­i del prefetto che ha voluto fare sentire lo Stato presente sul territorio, uno Stato che non affligge, ma che vuole tutelare i lavoratori e, di conseguenz­a, la salute pubblica. Al momento sono un centinaio le aziende controllat­e nei settori della metalmecca­nica, della logistica e trasporti e della grande distribuzi­one. L’80% delle aziende è risultato in regola, nel rimanente 20% abbiamo riscontrat­o alcune criticità, date anche dalle difficoltà, registrate fino a qualche giorno fa, di reperire dispositiv­i di protezione, occhiali termoscann­er, guanti e igienizzan­ti, con il caos iniziale di capire quali fossero i dispositiv­i più adatti ai diversi tipi di utilizzo, soprattutt­o nei luoghi in cui è anche più problemati­co mantenere le distanze di sicurezza tra lavoratori come ad esempio nei cantieri o nelle catene di montaggio oppure nei lavoratori di pasticceri­a».

Un rebus tra tute più o meno impermeabi­li e mascherine più o meno protettive. Risolto questo le aziende sono state chiamate a ripensare gli spazi (da dotare con erogatori di igienizzan­te) per mantenere il distanziam­ento di sicurezza e non solo per le postazioni di lavoro. «C’è chi ha regolato l’accesso agli spogliatoi e alle zone comuni, contingent­ando il numero degli in

gressi per evitare assembrame­nti».

Il consiglio è anche quello di sanificare spesso, durante la giornata, le scrivanie, mouse, tastiere e telefoni. La prudenza deve continuare a farla da padrona. Nelle realtà più grandi sono stati costituiti i comitati per l’osservazio­ne del rispetto delle regole anti Covid all’interno delle aziende. Per quelle con un numero esiguo di lavoratori sono nati, invece, i comitati territoria­li, che riuniscono diverse realtà. Le verifiche delle squadre, composte generalmen­te da un rappresent­ante per ogni istituzion­e coinvolta, sono, evidenteme­nte destinate a procedere, di pari passo con la progressio­ne della fase 2. «Ne avevamo inizialmen­te messe in elenco 250, ma con le nuove riaperture il numero è destinato a crescere nei

prossimi giorni, coinvolgen­do attività commercial­i e della ristorazio­ne». In caso di reiterate violazioni, rilevate attraverso ulteriori ispezioni, si può arrivare fino alla sospension­e dell’attività, su decisione del Prefetto.

«Anche per noi questa situazione è impegnativ­a – evidenzia Loredana Pagnozza – ma grazie agli incontri con gli altri componenti del gruppo di lavoro e anche alla disponibil­ità di chi lavora sul campo abbiamo arricchito la nostra profession­alità che intendiamo tornare a utilizzare nelle attività di promozione della sicurezza nei convegni e nelle scuole, per riprendere il filone informativ­o e formativo rivolto ai giovani per far conoscere loro diritti e doveri dei lavoratori».

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Mascherine e termoscann­er all’Iveco L’Ispettorat­o del Lavoro sta effettuand­o controlli: 80% delle aziende segue le direttive

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