Una mano all’ecobonus
L’appello di Legambiente alla Loggia: dia l’esempio e aiuti i bresciani
Mai come oggi, il Comune di Brescia è chiamato a fare la propria parte per facilitare la riqualificazione energetica degli edifici. Perché non esentare dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico i ponteggi che servono per gli isolamenti termici delle case? Superando magari uno dei paradossi del regolamento edilizio di Brescia per cui, realizzando il cappotto esterno, i condomini vanno ad aumentare — anche se solo di pochi centimetri — l’ampiezza dell’edificio, occupando quello che si chiama «spazio privato ad uso pubblico», cioè l’area intorno al condominio. Perché quindi non consentire «l’occupazione permanente e a titolo gratuito» di quest’area? Se lo domanda il circolo di Legambiente, che chiede a Palazzo Loggia di fare tutto ciò che è possibile per spingere i cittadini a ridurre la dispersione termica dei propri edifici. Ben sapendo che questo settore, in Italia, rappresenta «il 40% del consumo energetico». Una sfida centrale per il futuro, tanto più con il cambiamento climatico che renderà sempre più salate le bollette elettriche dei condizionatori.
Ecco perché Legambiente suggerisce non solo l’introduzione di bonus volumetrici aggiuntivi (sull’esempio «di quanto già fatto per i villaggi Marcolini»), ma anche di informare i bresciani sulle opportunità che la legge prevede. Il governo ha poco approvato l’Ecobonus al 110%: significa che diversi interventi (coibentazione, impianti di riscaldamento e raffrescamento ad alta efficienza) potranno essere detratti dalle tasse. Una detrazione spalmata su più anni, che va a tagliare il prelievo fiscale e — questa la novità — regala un 10% in più rispetto alla spesa sostenuta. Certo, il cittadino deve anticipare i soldi, anche se è prevista la «cessione del credito fiscale» che può ridurre di molto la spesa: si parla in questo caso di «sconto in fattura» — paghi meno la ditta, che però deve accettare questa opzione, ed è poi l’azienda stessa che usa il tuo credito — o di «cessione del credito» alla banca, con il tuo anticipo che viene poi rimborsato. Esistono poi limiti al tetto massimo rimborsabile: il cappotto, ad esempio, ha un tetto di 60 mila euro se si tratta di una casa indipendente, ma i 60 mila euro valgono per ogni condomino se si tratta di una palazzina. Insomma, l’opportunità c’è. Motivo per cui il Comune di Brescia «dovrebbe istituire uno “sportello energia” (sia fisico che on-line) dove dare informazioni utili ai cittadini», prescindendo dai singoli produttori, dice Legambiente. E poi «fornire un canale preferenziale (“fast track”) per l’analisi in commissione edilizia e paesaggio» per le pratiche di questo tipo.
L’associazione ambientalista suggerisce di non allentare i monitoraggi: si prevedano ad esempio «controlli a campione sugli impianti termici a combustione per verificare che siano iscritti al Catasto regionale e che siano a norma».
Il primo passo, però, sarebbe quello di dare l’esempio: da qui la richiesta che la Loggia riqualifichi i propri edifici pubblici (esistono incentivi dedicati, come il «conto termico che copre a fondo perduto fino al 40% della spesa») sotto l’egida di un Energy manager. Chiamato per prima cosa a fare la «diagnosi energetica» di ogni edificio, così da individuare gli interventi più urgenti.