Cure termali, Sirmione e Boario pronte a ripartire
Le due società pronte a partire con le cure, c’è incertezza invece sull’apertura delle aree wellness
Un occhio di riguardo per le procedure di sanificazione in vista della ripartenza. Le terme di Sirmione e di Boario si preparano per la loro fase 2, ma che riguarderà solo la parte curativa. Per la parte wellness bisogna aspettare ancora.
"Bielmi (Boario) Bisogna vedere le indicazioni della Regione, in particolare sull’area wellness. Se nel bagno turco esalo vapori e rischio di contaminare qualcuno non apro
«È assurdo che i centri estetici siano già aperti mentre noi, che agiamo sotto la guida di una direzione sanitaria, dobbiamo aspettare giugno. Nel frattempo abbiamo integrato i nostri protocolli di igiene e sanificazione con misure specifiche legate al Covid-19». A spiegarlo è Margherita De Angeli, direttore delle Terme di Sirmione, chiamata a coordinare la riorganizzazione delle varie attività con un imput preciso: «Aumentare i livelli di sanificazione in termini di frequenza e intensità, utilizzando prodotti efficaci come l’ozono e il perossido di idrogeno». Il primo servirà a igienizzare anche le cabine di estetica tra un cliente e l’altro, il perossido servirà per sanificare gli ambulatori medici.
Le Terme, che vivono ancora di cure sanitarie, offrono oggi anche una serie di servizi alberghieri e di wellness che hanno reso sempre più prospera la società. Un trimestre di incassi se n’è andato in fumo per via del coronavirus, ma quali saranno le ricadute per l’estate? «È stato un danno importante, le prenotazioni sono molto ridotte — ammette il direttore — ma abbiamo scelto di aprire il 10 giugno perché vogliamo essere presenti sul territorio. La nostra è una logica industriale, non di breve termine: crediamo nella ripresa. E possiamo giocare un ruolo nella prevenzione e cura delle malattie respiratorie». Oggi la conferenza StatoRegioni detterà la linea anche sui centri termali, dando indicazioni su autorizzazioni e divieti. Al momento, infatti, alcune attività curative sono considerate a rischio e quindi non autorizzate: parliamo delle «inalazioni a getto di vapore e delle cure collettive». Di altre si discute ancora. «Ci sarebbe il via libera agli aerosol curativi, che sono permessi perché hanno una mascherina-interfaccia che è del tutto sanificabile — assicura il direttore sanitario Carlo Sturani —. Le stesse postazioni le sanificheremo ad ogni cambio di persona. La sorgente da cui attingiamo, poi, è da sempre controllata».
Per il centro Aquaria, le Terme puntano a ridurre il numero di ingressi in struttura e nelle piscine. «Sull’acqua non ci sono rischi» sostiene De Angeli. In questa prima fase però Aquaria resterà chiusa, dato che si attendono indicazioni normative sui centri wellness. «Se il confronto andrà bene, il 15 giugno potremmo riaprirla» (sicuro invece l’avvio delle Terme di Virgilio in quella data).
Più incerta la programmazione delle Terme di Boario, che dovrebbero partire tra venti giorni con le cure termali. «Bisogna vedere le indicazioni della Regione, in particolare sull’area wellness. Se nel bagno turco esalo vapori e rischio di contaminare qualcuno, allora io non lo apro. Sui fanghi so che non ci sono problemi, ma ci dicano cosa è permesso» spiega la presidente Michela Bielmi. Che assicura: «Installeremo termoscanner e alzeremo il livello di igienizzazione. Se il problema è il distanziamento sociale, nella spa non ci sono problemi: lo spazio c’è. Ma finché non è chiaro il quadro delle regole, non apriamo». Senza area wellness, però, molti dei clienti del weekend rinunciano o aspettano a prenotare. E questo è un danno anche per gli alberghi e la ristorazione.