Corriere della Sera (Brescia)

Rebus Grest, il via slitta di 10 giorni I sindaci: Regione dia delle regole

I comuni chiedono al Pirellone garanzie per le iniziative estive di oratori e terzo settore. L’assessore Capra: «Le norme di sicurezza faranno quintuplic­are i costi»

- Pietro Gorlani

I bimbi rischiano di essere ancora vittime indirette dell’emergenza Covid. Dopo tre mesi di lezioni online, molte famiglie aspettano i tradiziona­li centri ricreativi estivi per riavere importanti momenti di socialità e confronto, che aiuta a crescere tanto quanto i libri.

Il Governo si è limitato a dare generiche linee guida sull’avvio di Grest e Cre: un educatore tra i 18 ed i 60 anni per ogni cinque bimbi tra i 3 ed i 5 anni, uno ogni sette bambini tra i 7 e gli 11, uno ogni dieci ragazzi tra i 12 ed i 17 anni. Ma sindaci e parroci sono preoccupat­i: chi controlla e certifica l’adeguatezz­a degli spazi ed protocolli di sanificazi­one? Chi forma gli animatori ed i volontari, ammesso che si trovino? Di quanto lieviteran­no le assicurazi­oni? Se un bimbo o un assistente si ammalerà di Covid? In attesa delle risposte l’avvio dei centri estivi slitterà all’ultima settimana di giugno. Ed in seconda battuta c’è il problema dei costi: «Saranno cinque volte superiori» anticipa l’assessore all’Istruzione del comune di Brescia, Fabio Capra, garantendo però le doverose coperture da parte della Loggia.

«Regione deve darci delle linee guida, anche per capire se è Ats a dover dare autorizzaz­ioni e fare controlli» sbotta Gabrele Zanni, presidente dell’associazio­ne comuni bresciani. Il timore di tanti sindaci non è secondario: «Qualora si verificass­e un caso di contagio in questi centri la colpa non può e non deve ricadere sui sindaci e non vorrei ci fossero sanzioni e denunce». Anche la Loggia ha scritto ad Ats per capire se siano loro a dovere approvare i progetti dei centri ricreativi estivi che preparerà il terzo settore. È lo stesso timore palesato dagli assessori al welfare e all’istruzione dei comuni mantovani, che nei giorni scorsi hanno scritto a Regione proprio per avere quelle regole promesse dal vicepresid­ente Sala il 20 maggio: « Stiamo lavorando ad un protocollo su come aprire questi centri; decideremo valutando la curva del contagio. Una volta adottate le misure le faremo valutare del nostro comitato tecnico scientific­o» aveva detto.

Si capisce perché il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, abbia frenato sulla manifestaz­ione di interesse da pubblicare sul sito web della Loggia già la prossima settimana per capire quante famiglie siano interessat­e ai centri estivi, ed agire di conseguenz­a. Gli assessori Fabio Capra e Marco Fenaroli stanno comunque predispone­ndo un format: «Immaginiam­o un centro estivo comunale in ogni quartiere, da organizzar­e per i bambini di materne ed elementari, nelle loro scuole, la mattina o il pomeriggio, per tutto luglio e agosto, con una pausa nella settimana del Ferragosto. Non ci sarà però il momento del pasto collettivo. Vogliamo coinvolger­e anche le maestre degli asili comunali» spiega Capra, che aggiunge: «È in corso anche un confronto con l’ufficio oratori per evitare sovrapposi­zioni: se in

"Zanni Ci dicano a chi spettano i controlli: in caso di contagio la colpa non può ricadere su noi sindaci

un quartiere una parrocchia farà partire il Grest, potrebbe bastare e renderebbe superfluo un Cre». È fondamenta­le capire i potenziali interessat­i: «Istituirem­o una sorta di predomanda per capire se tra le famiglie vince l’ottimismo o la paura. Logico che non riusciremo a partire il 20 giugno, come l’anno scorso» conferma l’assessore, ricordando che la Loggia può mettere a disposizio­ne fino a 1,5 milioni anziché i 350 mila euro degli anni scorsi. Fenaroli ricorda l’importanza di coinvolger­e le 350 assistenti ad personam che seguono i ragazzi disabili.

Anche don Giovanni Milesi, anima dell’ufficio oratori, è in attesa di linee guida «per partire in sicurezza». Difficile che, come gli altri anni, siano 400 gli oratori che potranno organizzar­e i Grest (che non si chiamerann­o più così ma Summerlife), visto che non potranno contare nemmeno sul fondamenta­le sostegno degli adolescent­i minorenni. E anche per gli oratori si pone il problema della lievitazio­ne dei costi.

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