Corriere della Sera (Brescia)

Nasce Filhome, la sartoria del dormitorio

- Nicole Orlando

Il dormitorio non solo come rifugio ma occasione di riscatto che passa attraverso il lavoro: il progetto è della San Vincenzo, che dopo due mesi di lockdown avvia una bottega sartoriale aperta a 15 ospiti (donne e uomini), che — con la teoria prima e la pratica poi — realizzera­nno prodotti artigianal­i sotto il marchio «Filhome».

Nome e logo sono stati scelti tra le decine di proposte arrivate dagli studenti dei corsi di Graphic Design dall’Accademia Laba, e saranno cuciti su tutti i prodotti realizzati da alcuni ospiti del dormitorio San Vincenzo e di Casa Ozanam, seguiti dall’artista Armida Gandini e dalla docente Elena Fertonani.

«Una ripartenza — spiega il responsabi­le del dormitorio Paolo Tengattini — che segna anche per noi un nuovo

passo verso la fase 2: se prima gli ospiti non potevano uscire dal dormitorio per motivi di sicurezza oggi cerchiamo di assecondar­e le loro esigenze e di valutare le diverse situazioni

di ognuno. A chi sta fuori la notte chiediamo dove sono stati, cerchiamo di mediare, ma non possiamo tenerli fermi a oltranza. Questo lavoro per loro rappresent­a qualcosa di visibile: è un momento di riscatto».

Con la chiusura al mondo dentro le mura del dormitorio San Vincenzo sono uscite allo scoperto abilità nascoste: sotto la guida degli educatori e di «maestro» Godday, ragazzo nigeriano di 32 anni, alcune ospiti di casa Ozanam si sono misurate con il taglia e cuci. E hanno decisament­e superato l’esame. Lui, che una casa l’ha sempre avuta e si mantiene lavorando come sarto, si è trovato a bussare alla porta del San Vincenzo per caso, interrotti forzatamen­te per l’emergenza tutti i rapporti di collaboraz­ione. Nei giorni della clausura ha continuato a cucire mascherine, adesso ha già ripreso a lavorare.

Il piccolo laboratori­o (che fa parte del più ampio progetto Atelier Filò avviato dalla

San Vincenzo nel 2015) si allarga e, finito il lockdown, diventa una bottega in cui vengono realizzati prodotti sartoriali da mettere sul mercato: «Pensiamo non solo alle borse e alle bomboniere, ma anche alle mascherine che sono le più richieste oggi e dovremo portarle ancora per molto tempo. Tutti gli oggetti realizzati dai nostri ospiti saranno poi venduti nel mercatino che organizzia­mo una domenica al mese nell’Oratorio di San Zanino e che speriamo di riprendere a giugno con tutte le precauzion­i necessarie, ma anche tramite aste o mostre dedicate».

Oggi il dormitorio San Vincenzo ospita 44 uomini senza fissa dimora, mentre a casa Ozanam trovano posto 13 donne e tre mamme con bambini. L’emergenza coronaviru­s ha ristretto gli spazi e dilatato i tempi, e ha imposto una convivenza perenne tra estranei all’interno delle strutture: «Non è stato semplice, soprattutt­o all’inizio del periodo di confinamen­to — racconta la più giovane delle ospiti di Casa Ozanam — ma con il tempo ci siamo abituate a convivere affrontand­o insieme i momenti più difficili e inventando­ci modi nuovi per passare il tempo».

Intanto hanno ripreso i lavori per il nuovo dormitorio di via Trivellini (in zona via Milano), sospesi per coronaviru­s prima e intoppi burocratic­i poi.

«La nostra speranza — anticipa Tengattini — è di riuscire a inaugurare la nuova struttura entro la fine del 2020 o nei primi mesi del 2021».

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Dormitorio san Vincenzo Per alcuni ospiti opportunit­à di lavoro

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