Il MuSa e i suoi tesori a portata di un «clic»
Uno dei pezzi più pregiati è il contrabbasso costruito da Gasparo da Salò nel 1590, con sonorità e timbro eccezionali, usato ancora oggi da musicisti di prim’ordine. Il padre e lo zio di Gasparo erano violinisti e il ragazzo apprese l’arte del liutaio a Brescia in una bottega vicino a quella degli Antegnati, che costruivano organi.
Tra i personaggi più rilevanti si incontra, invece, Anton Maria Mucchi, fondatore del museo archeologico di Salò, che negli anni dell’ultima Guerra si attivò per proteggere oggetti d’arte gardesani: nel 1943 si rivolse al Comando militare tedesco per tutelare un contadino che aveva assunto e chiedendo di esonerarlo da altri servizi.
Sono i primi due lavori, essenziali (due minuti e mezzo ciascuno) chiari e accattivanti messi in rete dal MuSa e che hanno come titolo Alla scoperta dei tesori del Museo di Salò. Obiettivo: «Portare il Museo nelle case» in attesa che le stanze vengano nuovamente aperte al pubblico, probabilmente verso la fine di giugno. La motivazione che
ha sollecitato l’iniziativa? Promuovere il patrimonio permanente del MuSa. Il lavoro viene approntato da Lisa Cervigni, archeologo e da quattro anni conservatore del MuSa, che ha in cantiere altri approfondimenti multimediali su temi forti: la necropoli di Lugone, i codici miniati medioevali, pittori quali Landi e Bertolotti e molto altro. Una decina di puntate in tutto, una a
settimana con uscita il giovedì. Con un’avvertenza: se il gradimento dovesse ulteriormente crescere, Cervigni potrebbe proseguire anche dopo l’apertura dei portoni del museo.
Facile la procedura: bisogna connettersi sulla pagina Facebook, su Instagram o sul sito museodisalo.it.