Corriere della Sera (Brescia)

Crac al Casinò di Campione Sindaci, burocrati, manager: 18 indagati verso il processo

- Anna Campaniell­o

Sindaci e vice, segretari comunali, funzionari pubblici e poi l’ex amministra­tore delegato e i vertici del Casinò. Sono diciotto le persone finite nel registro degli indagati nell’inchiesta sulla gestione della casa da gioco e sulla procedura fallimenta­re, tuttora aperta. A questi nomi si aggiunge un ulteriore indagato, la stessa Società Casinò di Campione. Le accuse, a vario titolo, sono di abuso in atti d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico e falso in bilancio. La procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio, una volta che saranno scaduti i termini per presentare eventuali memorie difensive. L’inchiesta su Campione d’Italia intreccia il destino del Comune dell’enclave — che nel 2018 ha dichiarato il dissesto finanziari­o — e quello della casa da gioco. Secondo quanto emerge dall’indagine coordinata dai magistrati Pasquale Addesso e Antonia Pavan, sarebbero state le decisioni degli amministra­tori comunali ad aggravare la situazione finanziari­a del municipio di Campione. Due le amministra­zioni coinvolte. Tra gli indagati due ex sindaci, Roberto Salmoiragh­i e Marita Piccaluga, i rispettivi vice Alfio Balsamo e Florio Bernasconi, segretari comunali, tesorieri e altri funzionari pubblici. Nel registro degli indagati poi un ex amministra­tore del Casinò, Carlo Pagan e altri componenti del consiglio di amministra­zione e consulenti della casa da gioco. Di fatto, gli amministra­tori comunali avrebbero rinunciato ai fondi che il casinò avrebbe dovuto versare al municipio per «coprire» le perdite della casa da gioco, impoverend­o però le casse comunali fino al dissesto. Gli amministra­tori della casa da gioco avrebbero invece alterato i bilanci della società per nascondere la reale situazione economica e gli oltre 130 milioni di euro di debiti poi emersi e sfociati nella sentenza di fallimento della procura di Como.

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