Test a chiamata Il 30% dice sì
Settimana prossima inizieranno gli esami voluti dal ministero. Riguardano 3 mila bresciani. Li sta contattando la Croce Rossa, ma solo uno su tre accetta.
Oltre ai test sierologici effettuati su mandato di Ats e le migliaia di prelievi ai quali hanno fatto ricorso i privati cittadini senza sintomi, per capire se hanno sviluppato anticorpi al Covid, la settimana prossima inizieranno anche gli esami voluti dal ministero della Salute. Dovrebbe partire l’Asst Civile, poi da mercoledì si attiveranno i punti prelievo dell’Asst del Garda. I test dovevano iniziare ieri ma c’è stato uno slittamento per la messa a punto delle procedure organizzative. Da lunedì sono al lavoro 8 operatori volontari della Croce Rossa bresciani – tra i 52 in Lombardia – nell’ambito del progetto nazionale di reclutamento di cittadini volontari per condurre test sierologici in base al progetto disposto dal Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istat, che vede anche la Croce Rossa in prima linea. «In Lombardia come in Piemonte ed in Emilia abbiamo solo il compito di contattare i cittadini. In altre regioni Croce Rossa si occupa anche dei prelievi. Noi provvederemo a prelievi domiciliari o servizi di accompagnamento solo per le persone con difficoltà a spostarsi» spiega Carolina David, presidente del comitato bresciano. Le provette saranno poi conferite in un laboratorio di analisi a Bergamo. La campagna di reclutamento coinvolge circa 33mila lombardi e 3 mila bresciani, su una lista nazionale di 190mila persone. Un campione rappresentativo della popolazione, individuato a prescindere da chi sia stato contagiato. Gli operatori, che lavorano su una piattaforma nazionale comune, ogni giorno ricevono le indicazioni sulle persone da chiamare. Il primo approccio è un questionario generico. «Una volta spiegata la procedura e ottenuto il consenso al prelievo, li indirizziamo al centro prelievi più vicino, che per Brescia, è l’ospedale Civile. Al momento ha aderito il 30% delle persone che abbiamo sentito. Molti prendono tempo. Altri non rispondono». E in questo senso si è rivolto l’appello del presidente nazionale della CRI, Francesco Rocca, «se vi chiamano dallo 065510, non è uno stalker o una truffa telefonica, ma è un’opportunità di rendere un servizio al vostro Paese». C’è un’altra precisazione: «sono molti coloro che vorrebbero contribuire al progetto, ma la base volontaria – spiega Carolina David – non prevede che siano i cittadini ad offrirsi». Si attenderanno poi i risultati; è presumibile non si discosteranno molto da quelli resi noti da Poliambulanza sui test svolti privatamente: il 14,6% dei testati ha già sviluppato gli anticorpi.