Metrò, autobus e parcheggi Un buco da 16 milioni
Il Covid ha causato 10 milioni di perdite al trasporto pubblico e altri sei per i parcometri. Brescia Mobilità attende i fondi governativi ma saranno insufficienti
Il lockdown pesa sui conti di Brescia Mobilità. Dieci milioni in meno di introiti dai biglietti di metrò e bus e sei milioni in meno dai parcheggi a pagamento. La prima stima dei danni collaterali del Covid sulla società della Loggia che si occupa di trasporto pubblico e parcometri è pesantissima.
Dieci milioni in meno di introiti dai biglietti di metrò e bus e sei milioni in meno dai parcheggi a pagamento. La prima stima dei danni collaterali del Covid su Brescia Mobilità — la società della Loggia che si occupa di trasporto pubblico e parcometri — è pesantissima: nel 2020 si prevede un dimezzamento delle entrate. A darne conto è stato l’assessore competente, Federico Manzoni, ieri in commissione Viabilità.
Un buco che va sanato in fretta, visti i maggiori costi che le società dei trasporti devono sobbarcarsi per rispettare le nuove regole del distanziamento sociale: i posti a disposizione bus e metrò sono calati di oltre due terzi rispetto e lievitano le spese per la sanificazione quotidiana. Il governo ha messo a disposizione un fondo 500 milioni, che va però diviso anche tra le società ferroviarie. «Troppo poco» tuona l’assessore Regionale Claudia Terzi. E anche Manzoni parla di «piccolo ristoro» auspicandosi però che le regole di ripartizione tutelino quelle regioni e quelle città (come Brescia) dove biglietti e abbonamenti coprono il 40% dei costi: se il principio base è coprire i mancati introiti in Lombardia dovrebbero arrivare più soldi rispetto «a regioni dove il sistema tariffario copre il 15% dei costi». Un tema questo, che avrà ricadute dirette anche sugli abbonati. Sono tanti coloro che dal 10 marzo al 17 maggio non hanno potuto utilizzare i mezzi pubblici a causa del lockdown. In condizioni ordinarie non avrebbero diritto ad alcun rimborso in quanto hanno utilizzato più del 50% dell’abbonamento annuale. Ma il decreto Rilancio prevede che, a scelta dell’azienda, «agli utenti sia garantito un voucher economico per il mancato utilizzo dell’abbonamento, che ne prolunghi la validità o preveda buoni per acquisti di altri abbonamenti» ricorda l’assessore.
Il problema dei problemi del trasporto pubblico cittadino si presenterà però a settembre, con la riapertura delle scuole: «Con le attuali regole siamo in grado di trasportare il 25% degli studenti. Anche se la metà di loro seguisse lezioni online da casa avremmo comunque la necessità di avere una entrata doppia negli istituti (alle 8 e alle 9) altrimenti non siamo in grado di trovare una soluzione numerica» spiega il direttore di Brescia Mobilità, Marco Medeghini.
Temi dirimenti, che devono fare i conti con la necessità di contenere l’aumento del traffico privato il cui flusso in città è tornato al 75% rispetto alla media storica, quasi a livelli pre-Covid. La Loggia sta cercando di puntare molto sulla mobilità sostenibile, un tema sul quale convergono anche le forze di minoranza (Lega, 5 Stelle, Forza Italia).
Parte dei 2 milioni che Regione darà a fondo perduto al comune serviranno per potenziare ulteriormente BiciMia. E l’assessore ha invitato i cittadini a sfruttare il bonus governativo (fino a 500 euro a residente) per l’acquisto di una bicicletta o monopattino. Il capogruppo 5 Stelle, Guido Ghidini, rilancia la sua proposta elettorale: un riconoscimento economico (chilometrico) ai dipendenti pubblici che vanno al lavoro in bici anziché in auto. Sarebbe utilissima per arginare diminuire ulteriormente lo smog invernale. Lo stesso che ha indebolito per anni i polmoni dei bresciani, rendendoli più vulnerabili al Covid.
Federico Manzoni
Per gli abbonati a Brescia Mobilità che nei settanta giorni del lockdown non hanno potuto usufruire di bus e metrò il decreto Rilancio prevede che, a scelta dell’azienda, venga garantito un voucher economico per successivi acquisti o per il prolungamento dell’abbonamento