Rapine e odio razziale, la baby gang terrore dei dodicenni
Cremona, i quattro bulli (di 15 e 17 anni) ai domiciliari. Una vittima picchiata perché di origine straniera
CREMONA Sulla chat della baby gang «Cremona Dissing», scoperta un anno fa dai carabinieri di Cremona, si era allenato al bullismo scegliendo tre vittime più piccole, tutte di 12 anni, tra Cingia de’ Botti e Scandolara Ravara, nel Cremonese. Si era accanito soprattutto su un ragazzino, la prima volta preso a calci, pugni e rapinato di 5 euro in un parco pubblico, l’ultima, la quarta, mandandolo all’ospedale con un trauma facciale: 10 giorni di prognosi. Il capetto della gang aveva quattro complici, di 15 e 17 anni. Tra le vittime, c’è anche un dodicenne insultato e picchiato solo perché straniero. Il gip presso il Tribunale per i minorenni di Brescia ha disposto la permanenza domiciliare nei confronti di tre bulli, il quarto lo ha mandato in una comunità. Le accuse vanno dalla rapina alla tentata estorsione, dalle lesioni personali aggravate alle percosse e alla violenza aggravata dall’odio razziale.
L’indagine dei carabinieri di Scandolara è iniziata nel luglio del 2019 dalla segnalazione della nonna del dodicenne aggredito quattro volte. Nell’ottobre successivo, all’Arma si rivolgerà la mamma di un’altra vittima. «L’ho scoperto perché una sera chi picchiava mio nipote è venuto a cercarlo a casa. Ha suonato, voleva dei soldi», ha raccontato la nonna, che già aveva intuito qualcosa, finché il nipote si è confidato con lei, in lacrime. Le carte dell’inchiesta raccontano che pochi giorni dopo la prima aggressione, il nipote è stato di nuovo picchiato, sempre nel parco. Stavolta, il capo della gang gli ha portato via 2,5 euro. A settembre, è tornato a colpire: gli ha strappato lo zainetto. Bottino: 2 euro. Pochi. Così, è andato a cercarlo all’oratorio, l’ha chiuso in una stanza e lo ha pestato, mentre i complici, fuori, con la forza trattenevano i suoi amici.
«Ho capito che qualche cosa non quadrava, perché mio figlio, amico del ragazzo picchiato, a casa raccontava quello che stava accadendo — ha detto la mamma del secondo dodicenne — . All’inizio pensavo che si trattasse di cose da ragazzini, ma una sera di ottobre, in tre hanno messo al muro mio figlio: era andato alla fiera, gli hanno portato via 2 euro». E ad ottobre scorso, vicino ad una palestra, il capo ed un complice hanno pestato il dodicenne straniero. Da lui non volevano soldi, ma «dargli una lezione». I carabinieri lanciano l’appello: «Rivolgetevi alle forze dell’ordine e denunciate senza timore».