Corriere della Sera (Brescia)

«Con i rifiuti faccio 90 mila euro in dieci giorni»

Il sistema delle discariche abusive, nove arresti

- Di Cesare Giuzzi

Nel sistema c’erano anche i calabresi. Gli uomini di Antonino Napoli, 56 anni, da Polistena (Reggio Calabria) e di Giuseppe Pesce, 32 anni da Rosarno. Personaggi, scrive il gip di Torino Giacomo Marson, «legati alla criminalit­à organizzat­a». Tanto che nelle intercetta­zioni li chiamano gli «ndrangheti­sti», quelli di «livello superiore»: «I calabresi sono fatti di famiglia, sono fatti di qua, son fatti di là...», dicono gli indagati.

Ma in qualche modo, la partecipaz­ione di personaggi legati alle famiglie di mafia non era in nome e per conto della casa madre ma a titolo personale. Per approfitta­re della grande torta dei traffici di rifiuti al Nord che, nonostante gli interessi mafiosi sempre crescenti, poggia le sue solide radici su imprendito­ri del settore. Rigorosame­nte settentrio­nali.

Come Claudio Tommasi, 38 anni, patron della «Tommasi srl» di Sale in provincia di Alessandri­a e dominus dell’indagine del Nucleo operativo ecologico di Milano e coordinata dalla Dda di Torino che ieri ha portato in carcere 6 persone, tre ai domiciliar­i e altre 7 con obbligo di firma. Si tratta dell’esito di una delle prime inchieste aperte dagli investigat­ori guidati dal tenente colonnello Massimilia­no Corsano, comandante del Gruppo carabinier­i per la tutela ambientale di via Pusiano. Un fascicolo nato nel 2018 dopo il monitoragg­io avviato sui roghi dei rifiuti nei capannoni lombardi. I carabinier­i sono partiti proprio dal lavoro sul territorio, dai depositi presi in affitto da prestanome e usati come discariche abusive per stipare balle di rifiuti di ogni tipo, molti provenient­i dal Sud.

Materiale di scarto per il quale si fingeva invece di eseguire lavorazion­i di recupero e che veniva ritirato a 150 euro la tonnellata. Il tutto a fronte di un costo di smaltiment­o in incenerito­re che normalment­e supera i 250/300 euro. Così la banda, servendosi anche dei fratelli Assanelli, autotraspo­rtatori bergamasch­i di Pagazzano, già finiti in carcere un anno fa, spostava i rifiuti da un capannone all’altro cambiando formulari e documenti. Materiali che poi non venivano smaltiti ma abbandonat­i (in alcuni casi anche in aree all’aperto) o peggio, nell’eventualit­à di essere stati scoperti, bruciati. Il destino, tra gli altri, che sarebbe toccato a due depositi scoperti dal Noe nell’hinterland a Ossona e a Pregnana Milanese.

In totale sono state movimentat­e 23 mila tonnellate di rifiuti, più di mille camion. Gli impianti abusivi erano soprattutt­o in Piemonte, nel Novarese e nell’Alessandri­no e nel Trevigiano. Sequestrat­i società, aziende e immobili per 3 milioni: «Almeno novanta mila euro li facciamo, in dieci giorni eh!».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy