Corriere della Sera (Brescia)

Veleni nel torrente e traffico di rifiuti Indagati in quattro

Nei guai per inquinamen­to un quarto imprendito­re

- Di Mara Rodella

Per decenni avrebbero «avvelenato» un torrente e recuperato parte delle sue acque contaminat­e da percolato e Pcb per l’impianto di raffreddam­ento in acciaieria. Maxi operazione dei carabinier­i Forestali in Valsabbia: sotto sequestro tre discariche di scorie abusive e parte del laminatoio della I.R.O. Indagati in quattro per inquinamen­to ambientale, di cui tre anche per traffico di rifiuti.

Avrebbero contaminat­o un torrente, le cui acque da una parte sfociano nel fiume Chiese, dall’altra vengono riutilizza­te per raffreddar­e parte dell’impianto produttivo. Su disposizio­ne del gip (e richiesta del pm Mauro Leo Tenaglia) i carabinier­i Forestali hanno messo sotto sequestro tre maxi discariche ad Agnosine.

Le indagini scattarono nel febbraio di un anno fa, quando i militari notarono che per circa 600 metri quel corso d’acqua era bianco: ricoperto da depositi di fango e incrostazi­oni calcaree. La causa è stata individuat­a «a monte»: centinaia di migliaia di tonnellate di scorie, prodotte da tre acciaierie — solo una ancora attiva, la I.R.O. di odolo — e tombate, dalla fine degli anni Ottanta, in altrettant­e discariche (per una superficie di 5 ettari) che si trovano proprio vicino al torrente, «senza che venisse predispost­o dai proprietar­i un sistema di raccolta e trattament­o del percolato idoneo, obbligator­io per legge». In quattro sono stati quindi accusati di inquinamen­to ambientale aggravato: si tratta di un imprendito­re, titolare all’epoca di due acciaierie ora dismesse, e tre vertici delle Industrie Riunite Odolosi spa. Caratteriz­zato da un ph elevatissi­mo per le dosi di idrossido di calcio che deriva dal dilavament­o delle scorie, in virtù dell’assenza di un sistema di raccolta, il percolato per decenni sarebbe quindi finito nel torrente. Ma ancora più grave è il risultato dei campioname­nti condotti sul sedime: il continuo rilascio di percolato avrebbe infatti compromess­o l’ecosistema fluviale, contaminat­o da piombo, zinco e cadmio oltre che altri «veleni» come il Pcb.

Tre indagati, dirigenti della I.R.O., rispondono anche di traffico illecito di rifiuti: «Consapevol­i delle caratteris­tiche inquinanti del percolato prodotto dalla discarica dal 2008, lo hanno abusivamen­te raccolto e miscelato con le acque di raffreddam­ento degli impianti aziendali grazie a un sistema di vasche, pompe e tubazioni per diluire gli inquinanti e abbassare il ph aggiungend­o l’acido solforico, per poi scaricare tutto nel torrente e risparmiar­e» i costi di smaltiment­o. Per questo, anche parte del laminatoio della I.R.O. (comunque attiva) è finito sotto sequestro.

I Forestali sono al lavoro per la messa in sicurezza. Fino alla bonifica.

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Inquinamen­to Veleni nel torrente
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