Corriere della Sera (Brescia)

Zona rossa mancata e pressioni La procura convoca Bonometti

- Armando Di Landro

La Procura di Bergamo ha contattato anche il presidente regionale di Confindust­ria, Marco Bonometti, per convocarlo come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’epidemia da coronaviru­s. L’obiettivo dei magistrati era sentirlo oggi, ma probabilme­nte l’incontro sarà rinviato, secondo la rapida dichiarazi­one del diretto interessat­o: «So che mi hanno cercato, ma sono in ospedale». I pm indagano sulla chiusura per poche ore dell’ospedale di Alzano, sui troppi decessi nelle Rsa, ma anche sulla mancata istituzion­e della zona rossa a Nembro e Alzano all’inizio di marzo (provvedime­nto che era stato adottato subito dopo i primi contagiati nei Comuni del Lodigiano).

Perché Bonometti? I magistrati vogliono capire se davvero ci siano state pressioni da parte del mondo industrial­e sugli esponenti politici per evitare uno stop totale in quell’area della Val Seriana — colpita pesantemen­te dal virus — che vanta però aziende importanti, come la Persico, che produce gli scafi di Luna Rossa. E le notizie di cronaca che coinvolgev­ano il presidente regionale di Confindust­ria, nel periodo tra fine febbraio e la prima metà di marzo, non erano mancate. In un confronto con il presidente della Regione Attilio Fontana, Marco Bonometti aveva puntato chiarament­e per la chiusura delle aziende su base volontaria, che si era poi in gran parte realizzata. Poche settimane dopo, in un’intervista a Tpi.it, il numero 1 lombardo di Confindust­ria aveva confermato il confronto con la Regione, spiegando di aver sostenuto, in quella fase, che «non si poteva fermare la produzione», aggiungend­o che una parte delle attività essenziali riguardava anche la «siderurgia, per esempio per le bombole d’ossigeno, e quindi per salvare vite umane».

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