Il divieto d’asporto lascia a secco i bar più piccoli: «Così si chiude»
● L’ordinanza con cui la Loggia ha tentato di disciplinare la movida notturna prevede il divieto del servizio d’asporto dalle 20 alle 7 ogni fine settimana fino al 14 giugno
Con le bionde (e i Campari, i Moscow Mule e gli altri vizi liquidi) il piacere si consuma in una sola posizione: seduti al tavolino. È il kamasutra etilico anti-struscio serale: il divieto del servizio d’asporto imposto dalla Loggia fino al 14 giugno — dal giovedì alla domenica — dopo il carnaiogate di piazza Arnaldo ha dato parecchie rogne ai locali della città. Soprattutto a quelli di taglia extrasmall, senza plateatici e con pochissimi coperti.
Arrivederci e grazie: in queste condizioni di libertà vigilata, per alcuni è meglio tenersi alla larga dal bancone. «Come da ordinanza comunale, dal giovedì alla domenica saremo costretti a chiudere alle ore 20»: il cartello è appeso sotto il menu di Marchino, in via Trieste. «È impossibile lavorare senza il take away. Speriamo che il Comune riveda i divieti nei prossimi giorni» fa sapere il titolare.
Da Viselli, il mitologico Sciampagnone lo possono bere solo quattro «peccatori» rigorosamente seduti alle altrettante sedie del bar: «Buonanotte al secchio: restiamo aperti solo per rispetto nei confronti dei clienti, ma stiamo lavorando in perdita» commenta Valter Paneroni, uno dei due gestori. «L’altra sera abbiamo dovuto rifiutare di servire parecchie persone: è stato doloroso. Abbiamo chiesto alla Loggia di poter mettere almeno due sgabelli sul marciapiede, ma non ci ha ancora risposto».
Tra i luoghi di culto etilici della città c’è il Piantavigna, in piazza Duomo: durante la settimana, i plateatici oversize hanno permesso di placare la sete (e la voglia di tapas) dei fedelissimi. «Il problema, però, arriverà nel fine settimana: prevediamo di perdere il 25% degli incassi rispetto all’anno scorso. E poi c’è l’incognita del meteo» commenta Mauro Franceschini, che gestisce il locale con il fratello Dario.
Ieri sera è finita la crisi di astinenza dai cocktail sartoriali della Riserva del Grande: il bar ha riaperto dopo mesi di cattività, ma le regole anti-virus hanno ridotto i plateatici a quattro/cinque tavolini. «Spero che la Loggia, con cui abbiamo sempre avuto un dialogo proficuo, possa rivedere alcuni paletti dopo questo weekend» dice Ampelio Zecchini, il titolare.