Se la squadra del Pirlo vince su quella dei musei
Prima del 18 maggio 2020, all’interno del dibattito incentrato sulla riapertura dei bar e ristoranti, e anche dei musei, la Regione Lombardia con il suo massimo esponente il governatore Attilio Fontana, mostrò alcuni tentennamenti riguardo ai luoghi della cultura. Prima sì, poi no, forse e alla fine sì.
Sotto la pressione del popolo dei frequentatori dell’arte, degli assetati voyeur di mostre e dei ricercatori di creatività, anche le solide ragioni dei comitati scientifici si sono arrese: hanno elaborato grafici, effettuato simulazioni, sfornato previsioni e pronosticato potenziali pericoli: si poteva comunque «rischiare» di aprire anche i musei. Pettegolezzi narrano che sia intervenuta perfino Barbara d’Urso, nota frequentatrice di religiosi riti televisivi in compagnia di Salvini, facendo notare che nei bar non circolano rosari e invece i musei sono pieni di madonne.
Alla prima verifica, nel weekend del 22 maggio, si consumava l’epico scontro della fase due del campionato Covid tra la squadra della movida e quella della cultura. Che sono due cose ben differenti. Ha prevalso la squadra del Papeete con due splendidi gol del sudamericano, naturalizzato italiano, Mojito e del nazionale Pirlo (quello nel bicchiere ovviamente). Oltre ai gol anche i sostenitori: venerdì, in piazza Arnaldo e dintorni, stime seppur non ufficiali hanno accreditato circa 3 mila tifosi, nel vicino museo di Santa Giulia gli ingressi non superavano le 30 unità. Un rapporto di uno a cento che la dice lunga sul paventato rischio di assembramento e purtroppo anche sull’interesse bresciano per la cultura.
A parte pormi la domanda se quelli dei comitati scientifici siano mai stati in un museo, dove la gente non si siede, non tocca niente e non ha alcun tipo di contatto, mi auguro che, in un periodo così drammatico della nostra vita, l’astinenza dalla socialità e la voglia di evasione abbiano solo momentaneamente prevalso su quella del sapere e che si ritorni quanto prima a proporzioni meno mortificanti. Altrimenti è meglio riflettere sui programmi da esibire per Brescia-Bergamo Capitali della Cultura( attestazione che ci meriteremmo sicuramente e indipendentemente dall’essere state così pesantemente colpite dal malefico virus ): sarà il caso di pensare ad altre performances, di proporre altri cocktail, di portare il mio vecchio amico Beppe Viselli e il suo Champagnone in Pinacoteca, di rileggere l’opera dei Longobardi nella diffusione dei vitigni per le bollicine della Franciacorta, o forse, come propongo da sempre, trasformare piazza Arnaldo in una grande galleria d’arte contemporanea a cielo aperto.
"Spero che l’astinenza dalla socialità abbia momentaneamente prevalso sul sapere