Corriere della Sera (Brescia)

Aironi, merli e allocchi La melodia del parco

Scienziati al lavoro tra i boschi lungo il Ticino Un «song-meter» cattura i canti degli uccelli «Identifica­re le specie ci aiuta a tutelarle»

- Giovanna Maria Fagnani

La chiacchier­ata al tramonto fra gli aironi (le nitticore) e il canto all’alba di tanti usignoli. In sottofondo, all’imbrunire, allocchi, merli e pettirossi, uccelli stanziali, che abitano i boschi del Ticino. Ma ecco apparire anche le voci rare di importanti uccelli migratori, in sorvolo sopra i boschi. Come il tarabuso, grosso airone che vive nelle paludi. O l’elegante cavaliere d’Italia, con la sua livrea bianca e nera e le lunghe zampe rosse. E, ancora, il voltolino, uccello della famiglia delle gru e il chiurlo maggiore: tutte specie a grave rischio di estinzione in Europa.

Da alcune settimane, a Motta Visconti, nel Milanese, nell’oasi naturale «I Geraci» del Parco del Ticino, è stato installato un «song-meter», un dispositiv­o che permette di registrare in continuo i versi che gli uccelli migratori emettono durante il volo notturno, sia per tenersi in contatto con gli altri componenti dello stormo, sia per la presenza di fonti luminose o dalla vista di zone adatte alla sosta. È la prima volta in Italia che un parco naturale si dota di questo dispositiv­o. Le registrazi­oni vengono poi analizzate in remoto dall’ornitologo Luca Giussani, 28 anni, che attribuisc­e le voci. I risultati per ora sono stati eccellenti: in due settimane sono stati censiti 2 mila uccelli di circa 60 specie, delle quali 37 in transito migratorio. Sedici la media di specie migranti intercetta­te ogni notte. «In tutta Europa esistono già monitoragg­i alla luce del giorno, ma la maggior parte delle specie migra di notte. Questa che stiamo osservando è la migrazione primaveril­e di risalita, ovvero quella pre-riprodutti­va

— spiega l’ornitologo —. Alcune specie si fermeranno a nidificare sulle Alpi, la maggior parte le valicherà per raggiunger­e la Germania o i paesi Baltici. Poi riprendera­nno la rotta verso Sud a fine estate.

Ci sono specie che viaggerann­o ben oltre il deserto del Sahara, per trovare il luogo dove passare l’inverno». Il censimento delle voci proseguirà fino alla fine di maggio e riprenderà a fine agosto. «Il chiurlo, ad esempio, vive sulla costa atlantica nel Nord Europa. La sua popolazion­e si sta riducendo. Il tarabuso invece nidifica anche nel Vercellese, ma ci sono esemplari che arrivano dal centro Europa. Sapere che questi animali passano dal Parco permette di pensare a interventi su determinat­i habitat, che possano favorirne la sosta o lo svernament­o. Ad esempio la valorizzaz­ione di zone umide, che possono garantire la sopravvive­nza in un viaggio lungo e difficile». Il Ticino è una rotta migratoria importante. Non solo gli uccelli, ma anche i mammiferi e migliaia di farfalle percorrono questa «autostrada naturale», dove resistono ambienti scomparsi in gran parte della Pianura Padana. «Il monitoragg­io conferma che il Parco è un asse strategico nelle conservazi­one della natura», sottolinea la presidente Cristina Chiappa.

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Da sinistra: una ghiandaia marina; «chiacchier­e» di cincialleg­ra; il volo di un falco di palude. Sotto, l’airone bianco maggiore sul Ticino
(foto Milani) Fauna Da sinistra: una ghiandaia marina; «chiacchier­e» di cincialleg­ra; il volo di un falco di palude. Sotto, l’airone bianco maggiore sul Ticino
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