Generazioni a confronto in 3 mila Pmi
Oggi la Statale organizza un webinar sulla normativa tributaria legata alle successioni
Un recente studio Istat ha osservato che in provincia di Brescia sono poco meno di tremila le imprese che nei prossimi cinque anni dovranno mettere in conto un passaggio generazionale nella gestione aziendale: gli imprenditori dovranno decidere come continuare nella gestione. Poco meno di duemila sono invece quelle che lo hanno già fatto negli ultimi tre anni. Sono numeri importanti, che interrogano storia e trasformazione del tessuto produttivo bresciano (e non solo), che interpellano il modo stesso di fare e pensare l’impresa e che da soli spiegano il grande interesse della giornata di studio in modalità webinar promossa dall’Università Statale di Brescia.
Un recente studio Istat ha osservato che in provincia di Brescia sono poco meno di tremila le imprese che nei prossimi cinque anni dovranno mettere in conto un passaggio generazionale nella gestione aziendale. Poco meno di duemila sono invece quelle che lo hanno già fatto negli ultimi tre anni.
Sono numeri importanti, che interrogano storia e trasformazione del tessuto produttivo bresciano (e non solo), che interpellano il modo stesso di fare e pensare l’impresa e che da soli spiegano (oltre alla qualità degli interventi programmati: tra gli altri quello del presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Gallo) il grande interesse della giornata di studio in modalità webinar promossa dall’Università Statale di Brescia sui «Profili tributari del passaggio generazionale».
In particolare, il tema è di estrema attualità perché conseguente alla sentenza della Corte Costituzionale del 23 giugno nella quale si pone più di un dubbio sulla legittimità dell’attuale normativa italiana in materia di successione d’azienda.
«Nella sentenza — osserva Giuseppe Corasaniti, docente in Statale e direttore scientifico della giornata di studio — si sottolinea che risulta in concreto eccessivo che anche trasferimenti di grandi aziende, di rami di esse o di quote di società, che possono valere centinaia di milioni o addirittura diversi miliardi di euro, vengano interamente esentati dall’imposta, anche quando i beneficiari sarebbero pienamente in grado di assolvere l’onere fiscale».
Insomma, un conto è la tutela delle Pmi, un altro è l’esenzione in toto dal pagamento di qualsiasi imposta di successione. In tale senso Corasaniti osserva inoltre che in un altro passaggio la sentenza della Corte è particolarmente interessante, ovvero quando richiama una sentenza del 2014 del tribunale costituzionale tedesco il quale, investito della questione su rinvio della Corte federale delle finanze, ha dichiarato incompatibile con il principio di eguaglianza l’agevolazione fiscale (analoga a quella italiana) prevista dalla normativa tedesca in tema di imposte sulle successioni e sulle donazioni, ritenendola sproporzionata nella parte in cui, estendendosi oltre l’ambito delle piccole e medie imprese, prescinde da ogni verifica delle effettive esigenze delle imprese agevolate.
«La sentenza non dice che è incostituzionale la legge attuale — rileva il docente —, ma che è sproporzionata rispetto alle finalità. Ora bisognerà vedere se il legislatore coglierà l’assist che gli è stato dato dalla sentenza della Corte per intervenire o meno».
Tema non secondario per il docente, soprattutto in una fase come quella attuale nella quale c’è un gran cercare risorse in ogni angolo. «Molto interessante anche il richiamo alla sentenza della Corte tedesca — osserva Corasaniti —, a dimostrazione che parlare di Europa vuol dire anche rendere imprescindibile una riflessione sulla relativa armonizzazione di carattere tributario».
Il tema non riguarda la gran parte delle imprese bresciane che nei prossimi anni saranno interessate da un importante passaggio generazionale, ma non interessa nemmeno solo i grandi gruppi come Fiat, Esselunga o Mediaset, solo per citare alcune delle vicende più note.
Domani in Statale, nel corso del webinar, si approfondisce.