La Pallacanestro Brescia avrà un motore Ferrari «Battiamo anche la crisi»
Bragaglio resta presidente. «Premiata la continuità»
Stesso presidente e stesso allenatore, diverso il proprietario e il consiglio d’amministrazione. La nuova Pallacanestro Brescia è un ibrido ma la formula sembra moderna, un sapiente dosaggio per stare al passo con i tempi (difficili). Martedì 7 luglio 2020 è stato il lunghissimo giorno uno — scelto con cura: il sette è il numero fortunato del club e ieri ricorreva il compleanno del nuovo proprietario — del corso targato Mauro Ferrari: si definisce un facilitatore («Marco Bonometti la usava ai tempi del Brescia calcio? Allora va bene anche per me…») e un padre di famiglia, quella cestistica, sposata nell’estate 2016 quando Graziella Bragaglio cercava uno sponsor per l a S e r i e A e ha t rov a to «un’azienda e delle persone con i nostri valori e i nostri stessi colori».
Il sodalizio ora continuerà, ma con un nuovo socio di maggioranza, appunto la famiglia Ferrari, che guida la Germani spa e da ieri è anche al vertice del club grazie al lodo federale «Salva città». La lunga fatica burocratica è stata completata ieri mattina dal notaio Paola Esposito: ai Ferrari vanno circa tre quarti delle quote societarie (più dei due terzi per i quali era stato trovato un accordo di intenti), alla famiglia Bragaglio-Bonetti l’altra fetta della torta. Matteo, il patron, sarà consigliere insieme all’avvocato Riccardo Roversi, mentre la moglie Graziella resta presidente, supportata da un team creato dal socio in affari, che ha scelto Franco Dusina (presidente della Centrale del Latte, trait d’union indispensabile) e Giuseppe Zampedri per le poltrone di vice presidenti mentre il pistoiese Roberto Vagheggi sarà l’amministratore delegato, chiamato
a «rendere sostenibile e duraturo il progetto societario: nello sport ci sono troppe meteore». Brescia non ne è stata immune, ora il vento è cambiato. L’orizzonte è al 2023 ma si naviga a vista, causa Covid.
Il rilancio è ancor più significativo: «Ripartiamo — dice Ferrari — da una base molto buona nonostante le difficoltà. Il timing per l’operazione non è dei migliori, ma farsi avanti nei momenti difficili è tipico dei bresciani. Abbiamo bisogno di sport sano per la
città». Parole condivise dal sindaco Emilio Del Bono, cerimoniere in Loggia: « Il basket non è un orpello, ci ha già regalato tante emozioni». Quelle che Graziella Bragaglio non riesce a frenare: «Non si vende un’azienda, bensì un pacchetto di emozioni e di valori». Scendono le lacrime, ma non cala il sipario.
Anche se la sfida della nuova convivenza, più sbilanciata rispetto al recente passato, inizia solo ora.