L’obiettivo di Perinetti «Riportare subito il Brescia in serie A»
Il nuovo ds assicura che non è impossibile: «Questa squadra non è da buttare ha già vinto in serie B la scorsa stagione»
La sua missione è quella del Brescia e di Brescia, la città dove ha vissuto l’adolescenza: «Tornare subito in Serie A, è l’obiettivo dichiarato della società». Come riuscirci, sarà la vera sfida di Giorgio Perinetti, chiamato da Massimo Cellino — contratto annuale con opzione per il rinnovo — nel delicato ruolo di direttore sportivo, elemento cruciale in qualsiasi organigramma, vieppiù in un club dove sul mercato decide anche il presidente («Lo conosco da trent’anni: è un uomo diretto — dice il nuovo arrivato, presentato ieri in sede — bisogna essere pronti a rispondere e a offrire soluzioni, poi l’ultima parola sarà sempre la sua») che nel frattempo ha inserito altre due figure nello scarno (ora non più) establishment e affiancherà al nuovo ds Stefano Cordone, il vecchio, ma solo per anzianità di servizio nel club: «Con me sono già cresciuti dirigenti come Faggiano (ora al Parma), io ho il costante desiderio di aggiornarmi e se lui avrà un’idea migliore della mia io la avallerò: è una risorsa per noi, non sono qui per fare il fenomeno. Così come Gigi Delneri (direttore tecnico in pectore) che mi ha già telefonato, a lui spetterebbe il compito di inculcare la nostra filosofia a tutti gli allenatori del settore giovanile».
Il direttore sportivo dovrebbe essere il cucitore di una trama nella quale conteranno, e non poco, anche giocatori e allenatore. La linea tracciata è quella presidenziale, ma andrà fatta una sintesi: «Questa rosa ha avuto delle difficoltà nella stagione in corso, però non dobbiamo dimenticare che 15 mesi fa ha vinto un campionato di Serie B con lo stesso nucleo: la base è solida, da lì bisogna ripartire». E Lopez?
«Cellino (che ieri ha compiuto 64 anni, ndr) lo conosce bene, dovrebbe essere lui il nostro allenatore, ma prima andrà fatto un necessario passaggio sulle idee e sui programmi di tutti».
Il cento per cento ancora non c’è, quasi una prassi naturale nelle settimane dell’incertezza sul futuro per tutto il movimento, che non sa quando e come riprenderà il prossimo campionato, tra protocolli da cambiare, stadi da riaprire e date (domani la decisiva assemblea di lega) da incastrare. Emerge tuttavia la convinzione che sarà un campionato «persino più difficile del solito. E la Serie B, lo dimostrano i risultati recenti, è difficile e imprevedibile per natura».
Con un “ma” non da poco: lui l’ha vinta a Bari, Siena e Palermo. Sa come si fa.