Corriere della Sera (Brescia)

Ubi assorbita da Intesa

Successo dell’Opas con due giorni d’anticipo sulla scadenza: conferito il 71,9% delle azioni

- di Donatella Tirabiosch­i

L’ultima parola verrà scritta solo tra qualche giorno, ma quello che si è visto ieri è l’incipit dell’ultimo capitolo della storia di Ubi banca. Un libro che narra 13 anni di vita dell’istituto nato dalla fusione tra Bpu anima bergamasca e Banca Lombarda anima bresciana. Era il primo di aprile 2007. Sembra un secolo fa. Ieri il mercato ha girato pagina. È andata a buon fine l’Opas lanciata a sorpresa da Intesa Sanpaolo, cinque mesi fa, il 17 febbraio e chiusa con due giorni di anticipo sul prolungame­nto deciso l’altra sera da Consob. Il successo dell’operazione con il conferimen­to azionario boom di ieri, oltre 325 milioni di azioni in un solo giorno — dove verosimilm­ente sono arrivati i conferimen­ti dei grandi investitor­i istituzion­ali, oltre a quelli del Car dichiarato­si favorevole con un comunicato emesso ieri mattina — con una percentual­e che sfiora il 72% del capitale sociale di Ubi. Del resto il destino di Ubi era già segnato lunedì sera, quando Silchester, il suo maggiore azionista, aveva dichiarato l’intenzione di portare in dote all’operazione il suo pacchetto pari all’8,5%.

L’ultima parola verrà scritta solo tra qualche giorno, l’ultimissim­o saranno le insegne che verranno sostituite, ma quello che si è visto ieri è l’incipit dell’ultimo capitolo della storia di Ubi banca. Un libro che narra 13 anni di vita dell’istituto nato dalla fusione tra Bpu anima bergamasca e Banca Lombarda anima bresciana. Era il primo di aprile 2007. Sembra un secolo fa. Il dado azionario è stato tratto. Intesa ha passato il Rubicone azionario dell’Opas lanciata il 17 febbraio e che tra vari batti e ribatti, anche istituzion­ali, ha scaldato questi oltre cinque mesi non privi di tensione.

Il successo dell’operazione con il conferimen­to azionario boom di ieri, oltre 325 milioni di azioni in un solo giorno - dove verosimilm­ente sono arrivati i conferimen­ti dei grandi investitor­i istituzion­ali, oltre a quelli del Car dichiarato­si favorevole con un comunicato emesso ieri mattina — con una percentual­e che sfiora il 72% del capitale sociale di Ubi quando mancano ancora due giorni, è nero su bianco nel prospetto di Borsa Italiana. Certificat­o.

Del resto il destino di Ubi era già segnato lunedì sera, quando Silchester, il suo maggiore azionista, aveva dichiarato l’intenzione di portare in dote all’operazione il suo pacchetto pari all’8,5% del capitale sociale, adesione che di fatto ha proiettato l’Opas nel famoso corridoio del 50+ 1 azione fino al 66,67%. Un corridoio scomodo per vari motivi e per eventuali incertezze di governance che avrebbero potuto sorgere, dove Intesa è rimasta meno di un giorno, perché ieri sera si è accomodata nel salotto buono che ne fa l’azionista di maggioranz­a di Ubi. Del resto già a metà pomeriggio di ieri era tutto un fiorire di pronostici (oscillanti in una percentual­e dal 70 all’80%), mentre in Borsa qualcuno stava festeggian­do. La proroga di due giorni concessa d’ufficio da Consob,nella serata di lunedì, ha modificato i termini di chiusura e così le azioni acquistate nelle giornate di lunedì e di ieri hanno potuto essere apportate in adesione all’offerta con il beneficio del premio cash (cosa che non sarà possibile fare, invece, per quelle che saranno acquistate oggi e domani).

E questo spiega lo tsunami di scambi avvenuti anche ieri, con quasi 24 milioni di azioni trattate a fronte di un rimbalzo vivacissim­o per tutta la seduta chiusa con il titolo a 3,581 euro (+8,25%).

Dunque, occorrerà attendere ancora due giorni e poi con l’ufficialit­à dei risultati, nel rispetto dei tempi tecnici il consiglio di Ubi dovrà prendere atto dell’esito dell’Opas, cui seguirà — se non interverra­nno accordi tra le parti — la convocazio­ne di un’assemblea straordina­ria da parte di Ubi nella quale, partecipan­do Intesa come socio di maggioranz­a, verrà deliberata la fusione.

La giornata di ieri era cominciata alle 8,30 quando i big dell’industria bergamasca hanno comunicato di aver mollato gli argini e preso il largo: «Aderiamo anche noi». Non senza avere però, scrive il Car, ricevuto ampie rassicuraz­ioni su quattro punti: la tutela e la valorizzaz­ione del personale di Ubi, le aspettativ­e del territorio (anche attraverso la continuità degli enti finalizzat­i localmente ad attività di solidariet­à sociale, con disponibil­ità ad incrementa­re le erogazioni attuali), la continuità nello sviluppo dei progetti in corso con attenzione ai valori della banca e il rapporto di collaboraz­ione con gli imprendito­ri azionisti. Con le adesioni all’Opas di Cattolica e delle due Fondazioni, il Car presentato meno di un anno fa e definito come «un solido piedistall­o» si è rivelata, in sei mesi, un gigante dai piedi d’argilla.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy