Manifattura in caduta libera
I dati diffusi da Aib: mai così male dal 2009 Gruppo permanente di monitoraggio in prefettura
Secondo i dati di Aib la manifattura ha perso, tra aprile e maggio, il 25% della produzione. E la ripresa tarda ad arrivare. Per studiare la crisi del settore è stato istituito un gruppo di lavoro tra Prefettura, enti e associazioni. Ieri il primo incontro.
Il bilancio del secondo trimestre dell’anno per il settore manifatturiero è impietoso: tra aprile e giugno il crollo della produzione rispetto al 2019 è stato del 25,7%. Rewind fino al 2009, il peggiore di sempre: lì si era registrato un -25,2%. Comunque meglio.
E il peggio non è passato: secondo i dati diffusi da Aib ed elaborati dal Centro studi della Camera di commercio il 43% delle aziende si aspetta un ulteriore aggravarsi della situazione. Il 40% invece pensa (o spera) di mantenersi almeno ai livelli attuali. E la risalita, è la previsione dell’Associazione degli industriali, sarà in ogni caso lenta e graduale. Con tutte le conseguenze del caso: dal mantenimento della cassa integrazione finché si può al licenziamento dei dipendenti, fino al fallimento delle imprese.
Per monitorare la situazione la Prefettura ha istituito un gruppo di lavoro permanente a cui partecipano associazioni, sindacati (Cgil, Cisl e Uil) oltre al presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti,
al presidente della Provincia Samuele Alghisi e al sindaco di Brescia Emilio Del Bono. Ieri il primo (video)incontro, a cui ha partecipato anche il viceministro dell’Interno Vito Crimi. Obiettivo del tavolo di confronto: monitorare i conflitti aziendali, accogliere le richieste di aiuto e sostenere lavoro e imprese. Primo passaggio sarà l’invio, da parte degli enti e delle associazioni di categoria, dei dati aggiornati relativi ai lavoratori in cassa integrazione e di chi ha usufruito di contributi e ammortizzatori sociali. L’obiettivo, spiegano dalla Prefettura, è «fare sistema creando una banca dati con le rilevazioni trasmesse dalle associazioni di categoria». Prossima scadenza il 10 settembre: entro quella data si terrà un secondo incontro per fare sintesi dei dati raccolti e inviare nero su bianco al governo specifiche richieste per il territorio. In aggiunta al gruppo di lavoro saranno poi istituiti singoli comitati nei territori in cui emergerà un più alto rischio di conflitto sociale: qui la Prefettura agirà da mediatore per «prevenire turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica e ristabilire l’armonia tra imprese e lavoratori».
A un primo sguardo, intanto, sottolinea il segretario della Cgil Francesco Bertoli , la situazione non è nitida: «Oggi è difficile fare stime sulle conseguenze della crisi, perché le aziende hanno ancora gli ammortizzatori. Vedremo cosa succederà con i licenziamenti».