Violenza e isolamento Tutti i danni psicologici causati dal lockdown
L’isolamento forzato, l’angoscia e la precarietà, causate dall’emergenza pandemica, hanno generato scompensi a livello sociale e psicologico, i cui effetti si manifestano a distanza di mesi dal lockdown, come testimoniato da fatti di cronaca che denunciano un clima di irresponsabilità e di violenza nella collettività e nel nucleo familiare. Atteggiamenti da non sottovalutare e che saranno sviscerati oggi all’Auditorium di San Barnaba, alle 18.30, in un “dialogo” tra le istituzioni, con il sindaco Emilio Del Bono, e le Scienze psicologiche, con la voce di Doriana Galderisi, psicologa e autrice del libro «Il dopo è ora. Covid 19. Come il Coronavirus gioca con tutti noi. Conoscere gli effetti psicologici e le dinamiche psicosociali per dare scacco macco al Mostro» (GAM Editrice, pp. 100, €10,00).
Quali sono le fasce sociali che più hanno risentito psicologicamente della crisi?
«Durante il confinamento i più toccati sono stati i bambini e chi conduceva una vita attiva e dinamica. Oltre ad adolescenti, anziani superstiti e sanitari, ai quali sono stati richiesti sforzi superiori alla propria identità professionale, ad oggi sembrano patirne maggiormente le persone che prima conducevano una vita ritirata, per inibizioni e timori personali, poiché sembra scomparsa la possibilità di scegliere. Forte il rischio di uno sciame di disturbi post-traumatici da stress, la deriva psicopatologica di un evento a forte impatto emotivo».
Ad oggi si possono individuare due reazioni contrapposte: comportamenti che sprezzano il social distancing o eccessivo timore del contatto.
«Secondo vari parametri l’epidemia da Coronavirus viene etichettata come “disastro”. Le reazioni vanno dall’eccessiva inibizione al suo opposto. Ogni volta che la libertà della collettività viene contenuta produce una ricerca di indipendenza, di rifiuto del vincolo: le istituzioni dovranno tarare interventi che rispondano bene anche agli equilibri di tipo psicologico».
L’isolamento e l’instabilità socioeconomica hanno comportato una maggior esposizione alla violenza domestica.
«La violenza domestica riguarda donne, bambini, anziani, disabili. L’ordine degli psicologi per la prima volta ha dato la possibilità di lavorare in videochiamata e questo è stato salvifico per molte persone, creando una importante rete di sostegno».