Il giovane soprano Alessia Pintossi all’«Academy» di Muti
L’emozione di lavorare con Riccardo Muti e la possibilità di finire tra i protagonisti di una sorta di reality dell’opera. Il giovane soprano bresciano Alessia Pintossi sarà protagonista della versione di «Pagliacci» di Ruggero Leoncavallo in scena questa sera e venerdì al teatro Alighieri di Ravenna, con la direzione del celebre maestro. Pintossi, 26 anni e una carriera già avviata, è stata scelta per seguire il percorso dell’Italian Opera Academy di Muti, un itinerario di approfondimento dedicato al melodramma italiano, che peraltro diventerà una sorta di reality televisivo prodotto da Bibi Ballandi.
Come sei arrivata all’Italian Opera Academy?
«Grazie a Cristina Muti Mazzavillani ( moglie del maestro e direttore artistico del Ravenna Festival, ndr): lo scorso anno mi ha ascoltata come Frasquita nella Carmen del Festival di Ravenna e mi ha quindi proposto di partecipare a questo bellissimo itinerario formativo. Peraltro, la proposta mi è arrivata in quarantena e mai avrei creduto che potesse realizzarsi». Come giudichi questa esperienza?
«Per una cantante che sta per iniziare la carriera è la miglior cosa che possa capitare, soprattutto per un ruolo difficile come quello di Nedda nei Pagliacci. Si studia approfonditamente una parte insieme a altri giovani desiderosi di imparare, con un’orchestra sempre molto rispettosa delle voci».
Com’è lavorare con Riccardo Muti?
«Non nascondo che avevo un po’ di timore, ma poi ho scoperto che il maestro Muti è una persona molto empatica, capace di metterti a tuo agio, anche con le sue qualità di intrattenitore: basta una battuta e scioglie la tensione. Dal punto di vista musicale è meraviglioso lavorare con lui perché sa tirar fuori modalità espressive alle quali non avresti mai pensato».
Come sarà la tua Nedda?
«Nedda è una donna molto sensibile. A lei vorrei conferire la freschezza della mia vocalità. Nell’aria ci sono addirittura tre diversi stati d’animo; nel duetto, si avvicendano passionalità, dolcezza, ma anche una certa asprezza. Un insieme di caratteristiche che devono venir fuori nella voce».