Scuola, sos dei sindaci al ministro
Carenza di aule e docenti: possibile taglio alle lezioni pomeridiane in asili, elementari, medie
Preoccupati ma anche frustrati. Così si definiscono i sindaci bresciani nella lettera mandata al ministro dell’Istruzione per chiedere regole chiare e più risorse nel reperimento di personale, aule, arredi. Molti primi cittadini stanno chiedendo spazi suppletivi agli oratori ma il rischio è che salti letteralmente il tempo pieno in asili, elementari e medie «con conseguenze preoccupanti per le famiglie con entrambi i genitori lavoratori« dice il presidente di Acb, Gabriele Zanni.
«Apprensione» ma anche «frustrazione». Non sono due aggettivi a caso quelli scelti dai sindaci bresciani per descrivere al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina il loro stato d’animo. Mancanza di regole chiare, di certezze sulle risorse, sugli spazi da utilizzare, sulle carenze del personale docente, «anticipazioni di provvedimenti legislativi poi repentinamente superati o smentiti da successivi testi di tenore opposto» stanno infatti portando i primi cittadini ad un estenuante lavoro extra per cercare spazi suppletivi atti a garantire le lezioni.
Il punto chiave della missiva spedita ieri a Roma (con in copia l’ufficio scolastico provinciale e regionale) dal presidente dell’associazione comuni, Gabriele Zanni, riguarda gli effetti devastanti dell’attuale caos scuola: la carenza di aule — conseguenza delle regole sul distanziamento di almeno un metro tra alunno e alunno — e di docenti fanno prospettare un tempo scuola per asili ed elementari ridotto al solo mattino. Già perché per legge asili, elementari e medie riprenderanno con lezioni in classe, non online. «Molte famiglie stanno optando per la non iscrizione dei loro figli alle scuole per l’infanzia, se l’orario scolastico dovesse essere strutturato nella fascia 9 13». Le ricadute sul tessuto sociale sarebbero devastanti: «Il tempo pieno nel Bresciano funziona molto bene e permette alle famiglie di conciliare lavoro e famiglia — spiega Zanni—. Molte madri non saprebbero a chi ladiventa sempre più flebile la possibilità di trasformare le palestre comunali in classi, perché c’è tutto il mondo dell’associazionismo sportivo che chiede di poter fruire di quegli spazi (lo stesso Coni ha avanzato le sue «rimostranze»). Legato al tema spazi è quello delle attrezzature e arredi scolastici: «se sono stati apprezzati i trasferimenti di risorse del Ministero per l’adeguamento delle aule — si legge nella lettera — non possiamo disconoscere il fatto che le esigenze e le richieste provenienti dai vari dirigenti scolastici sono di gran lunga eccedenti e non coerenti con tali fondi. Né le prospettate forniture del Ministero paiono, per la tempistica di consegna tuttora incerta, idonee a garantire una ripartenza compatibile con le date d’inizio delle scuole».
L’ultimo punto riguarda il trasporto scolastico «che in assenza di precise indicazioni sta ponendo molti Comuni, soprattutto quelli piccoli e montani, in seria difficoltà nel programmare o nel rimodulare il servizio e nella condizione spesso di dover reperire nuove e ingenti risorse sia finanziarie sia di mezzi sia di personale». Da qui l’ultimo appello: «Fornire senza ulteriori ritardi risposte certe e coerenti al fine di contemperare le esigenze di una concreta prevenzione di tipo sanitario a tutela del diritto alla salute con l’altrettanto fondamentale diritto a un’istruzione vera e di qualità».