Corriere della Sera (Brescia)

La denuncia dei giostrai: «Discrimina­ti»

- Nicole Orlando

Nel Bresciano gli spettacoli viaggianti, come luna park e giostre, sono aperti a metà. La denuncia dei giostrai: «Alcuni Comuni ci discrimina­no». Intanto nasce il Movimento dei giostrai della Lombardia, per chiedere maggiore attenzione e tutele.

Con gli ultimi euro rimasti sul conto hanno pagato la tassa del plateatico. Da poche centinaia a qualche migliaia di euro, a seconda dei metri quadri occupati dalla giostra. La burocrazia non ha voluto saperne di posticipar­e la scadenza di qualche ora: «I responsabi­li del Comune sono venuti un venerdì pomeriggio e ci hanno detto che o pagavamo il giorno stesso o non avremmo aperto», spiega Armando Piccaluga. Nessuno sconto, nessuna proroga: qualcuno ha chiesto di posticipar­e il pagamento almeno fino al lunedì successivo. Niente da fare, raccontano: «A Bergamo, ad esempio, la tassa sul plateatico hanno scelto di non farla pagare del tutto, per venirci incontro». Le parole di Marco Morandi si fanno strada tra la mascherina, la musica e il chiasso delle giostre intorno. Luna park di via Borgosatol­lo, le dieci di una sera d’estate: le giostre viaggiano semivuote, un po’ per rispettare le regole sulle distanze un po’ perché di gente in questi giorni ne gira poca: «Siamo già felici di avere potuto riaprire». Al «Cafè de Paris» Stefany Piccaluga distribuis­ce monete per acchiappar­e i premi oltre il vetro. E racconta una vita «difficile, sai. I nostri bambini cambiano scuola ogni mese, siamo abituati a ricomincia­re tutto da capo. Questi mesi però sono stati ancora più duri: non sapevamo se ce l’avremmo fatta». Di aiuti, dicono le famiglie di giostrai (una cinquantin­a quelle che danno vita al parco divertimen­ti di Brescia) se ne sono visti pochi, esclusa la Caritas e qualche sindaco amico. «In questi mesi ci siamo sentiti abbandonat­i. Abbiamo creato un Movimento giostrai della Lombardia per sensibiliz­zare l’Anci e le altre istituzion­i perché per lo Stato siamo aperti, ma per molti sindaci no: alcuni comuni ci negano la possibilit­à di ricomincia­re. E noi ci sentiamo discrimina­ti». Nel Bresciano, spiega Morandi, metà delle giostre è in funzione, l’altra metà è ancora ferma in un parcheggio: «La nostra paura adesso è di non riuscire a risparmiar­e abbastanza per i prossimi mesi. Perché se dovremo fermarci di nuovo come sopravvivi­amo se nemmeno oggi riusciamo a lavorare?».

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