Corriere della Sera (Brescia)

Passa di mano la tipografia Apollonio

- Costanzo Gatta

Il ramo produttivo della ditta Apollonio, gloria bresciana, è passato alla Halley informatic­a, di Matelica (Macerata). Il passaggio di proprietà riguarda solo la tipografia e la parte commercial­e, ma non la cartoleria dei portici.

La prestigios­a ditta Apollonio, gloria bresciana, è passata - ma solamente per il ramo produttivo - alla Halley Informatic­a, di Matelica (Macerata). Le trattative si erano aperte sei mesi fa; recente il passaggio di proprietà che però riguarda solo la tipografia e la parte commercial­e, ma non la cartoleria che si apre sotto i Portici delle X giornate. L’attività del negozio prosegue sotto la medesima proprietà e direzione dei fondatori.

La competenza, la riconosciu­ta profession­alità e il radicament­o — non solo nel bresciano — con particolar­e riferiment­o al mondo degli Enti locali, hanno reso possibile il confer imento del ramo d’azienda Apollonio verso il gruppo marchigian­o, operante su scala nazionale nel medesimo mercato.

L’intesa prevede il proseguime­nto di tutte le attività nella attuale sede al villaggio Sereno.

Cambiano i proprietar­i ma resta comunque il glorioso nome Apollonio, un marchio che ha una storia lunga ed intensa. Siamo nel 1847 quando Francesco Apollonio apre una tipografia con annessa bottega di cartoleria dietro alla Loggia. Era vicina a palazzo Avogadro e alla merceria dei Rovetta, all’insegna del Moro. Nello stesso anno a Sant’Eufemia era stata aperta, una filatura di cotone, la seconda in città. Giorni di ripresa, dunque, dopo due anni di crisi dell’industria serica. E di scarso lavoro. La quiete durerà poco. Poi torneranno altri tempi bui: il ’48 e sopratutto le Dieci giornate del 1849.

Come insegna di bottega Francesco Apollonio sceglie uno scudo con sopra Minerva, dea della saggezza, della poesia e protettric­e degli artigiani. Al tempo le tipografie sono solamente cinque. In tutto hanno 53 torchi a mano.

Nessun artigiano stampa materiale da cancelleri­a. Il bravo Francesco vede che gli uffici pubblici divorano centinaia di prestampat­i e intuisce che il numero non calerà in futuro. Si indirizza così verso questa produzione senza rifiutare altri lavori. Gli affari vanno bene e Apollonio decide di creare due sedi distinte: porta la tipografia in una vecchia casa di Contrada delle Cossere e apre invece sotto i portici X Giornate – cuore di Brescia - la cartoleria tuttora esistente.

Comincia anche ad eseguire grandi lavori. Nel 1857 stampa la «Guida amministra­tiva di Brescia e provincia»; poi i Commentari dell’Ateneo. E ancora manuali, codici ed altro Nel 1859 l’azienda diviene «Nazionale Apollonio». Il fondatore muore il 4 luglio del 1866. Ora riposa nella cappella circolare del faro che svetta al cimitero Vantiniano.

Altro passo avanti. Nel 1895 lo stabilimen­to diviene tipolitogr­afico e ai primi del ’900 Apollonio dispone di 12 fra le più moderne macchine da stampa, oltre a diverse linotype e monotype. La tipografia può così servire agevolment­e e il tempi brevi 250 Comuni della provincia, compreso Brescia. Con il 1900 , a rilevare la ditta è Iginio Lenghi. Trasporta la tipografia in Vicolo delle lucertole. Il nome Apollonio resta. Gli succede il figlio Guido.

La tipografia comincia a stampare i due quotidiani bresciani del tempo: La Sentinella e La Provincia. A Guido il merito di aver sviluppato l’azienda su scala nazionale, specie per forniture ad enti pubblici. Di successo in successo la ditta Apollonio è giunta ai giorni nostri. Ha visto guerre e distruzion­i, ha subito discrimina­zioni razziali al tempo del fascismo, ha superato crisi che parevano irreversib­ili, ha avuto grandi soddisfazi­oni. Ora volta pagina. Auguri.

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