Il timore dei contagi e gli Ecg in farmacia «Salvate più vite»
Durante il lockdown i bresciani, con sintomi sospetti da infarto, si sono recati in farmacia più volte rispetto al 2019. «È un segno di fiducia nella farmacia dei servizi» dice Clara Mottinelli. «La telerefertazione ha permesso di inviare in ospedale solo chi aveva urgenza» ha detto la cardiologa Savina Nodari.
Mettete insieme le farmacie, che sono presenti ovunque, la telemedicina, che consente di fare un elettrocardiogramma (Ecg) senza andare in ospedale, e gli specialisti che leggono l’esame. Nei mesi del lockdown questo sistema triangolare ha evitato ulteriori contagi e ha permesso di salvare la vita a diverse persone.
Guardando i dati, si nota che è cresciuto il numero di chi si è recato in farmacia con sintomi cardiovascolari sospetti («dolore al torace»). Si tratta di un incremento nazionale del 110% rispetto al periodo marzo-aprile del 2019. Sono infatti 299 gli italiani che, una volta accusati i sintomi, hanno preferito andare in farmacia per fare un Ecg invece che in ospedale. Un’opzione scelta di più laddove il contagio da Covid era maggiore: 118 di quei casi si sono registrati in Lombardia (39,5%), di cui 36 a Brescia e 28 a Bergamo. «In termini assoluti il numero di Ecg fatti nelle farmacie bresciane è diminuito, passando dai 1.879 esami del 2019 ai 1.151 del marzo-aprile di quest’anno. Ma ciò che è più significativo — spiega Savina Nodari, professore associato di Cardiologia dell’Università di Brescia — è il fatto che sono aumentati gli Ecg motivati da disturbi» effettivi, come il dolore toracico. «Significa che il sistema delle farmacie e della telemedicina ha consentito di salvare vite umane».
Considerando infatti il timore e le restrizioni che vigevano nei mesi del lockdown, «se queste persone non si fossero presentate in farmacia per l’esame, non sarebbero state inviate in ospedale per gli interventi urgenti al cuore. Il tasso di mortalità — fa notare la cardiologa del Civile — sarebbe cresciuto ancora di più». L’Ecg, telerefertato dallo specialista, è stato utile anche per diagnosticare casi di fibrillazione atriale: durante il lockdown, l’identificazione di questa aritmia e l’invio dei casi in Pronto soccorso è salito del 55% rispetto al 2019. «Il timore di una fibrillazione non diagnosticata — spiega Nodari — è legata soprattutto a complicanze trombotiche come l’ictus». E in tal senso la telemedicina rappresenta «un valido strumento per il monitoraggio
Filtro L’elettrocardiogramma a distanza ha permesso di inviare in ospedale solo i casi urgenti da trattare
e lo screening della popolazione. Questo servizio, insieme alla telerefertazione in farmacia, ha permesso d’indirizzare in ospedale solo i pazienti che avevano bisogno di un trattamento urgente e di identificare precocemente quei casi in cui un ritardo diagnostico poteva peggiorare la prognosi». Un tema che diventa centrale per i mesi a venire — ieri si sono registrati solo due casi positivi, nel Bresciano —, visto che una seconda ondata di contagi potrebbe ridurre di nuovo l’attività ambulatoriale e di reparto, col rischio di diagnosi tardive. Che fare, quindi? Le farmacie, avamposto di monitoraggio della salute, diventano strategiche. «Durante il lockdown il cittadino ci ha riconosciuto come punto di riferimento, non solo per i controlli — fa notare Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia — ma anche per le urgenze». E in effetti, grazie alla telemedicina, l’Ecg fatto in farmacia ha funzionato da filtro, «consentendo allo specialista di identificare a distanza i casi meritevoli di una valutazione in ambito ospedaliero. E anche oggi — aggiunge Mottinelli —, viste le liste d’attesa per smaltire i controlli, molto spesso gli specialisti consigliano di andare in farmacia per gli Ecg».
Quello che tutti si augurano è un rafforzamento della medicina del territorio, che prevede una farmacia sempre più «dei servizi», capace di erogare prestazioni sanitarie utili a livello di prevenzione e diagnosi. In tal senso si capisce il pungolo fatto dal presidente nazionale di Federfarma: «Smettiamola di parlare di Case della salute e di ospedali bonsai. Gestire il territorio significa mettere in rete i servizi che già esistono » ha detto Marco Cossolo.