Aule negli oratori Rebus tempo pieno
In provincia mancano spazi
È grazie alla disponibilità della diocesi e di molti parroci se dal 14 settembre potrà essere garantito il diritto all’istruzione di migliaia di alunni bresciani. A causa delle regole sul distanziamento gli spazi nelle scuole elementari e medie non bastano e tanti sindaci della provincia stanno stringendo accordi con le parrocchie dei loro comuni per allestire aule negli oratori. Il Corriere racconta il caso di Bagnol Mella, Borgosatollo, Rovato ma sono molti altri i paesi coinvolti. Vista la caranza d’organico resta invece un rebus il tempo prolungato. Il Comune di Brescia risolverà il problema assumendo 18 insegnanti.
Meno male che la provincia è costellata di oratori, spesso dotati di spazi più attrezzati di certe scuole. Già, perché dal 14 settembre saranno proprio decine di oratori a «garantire» il diritto all’istruzione a migliaia di alunni delle elementari ed in misura minore anche delle medie. In questi giorni infatti si stanno moltiplicando le «triplici alleanze» tra sindaci (responsabili della gestione di scuole primarie e secondarie di primo grado), dirigenti scolastici e parroci: una sinergia che garantisce spazi suppletivi alla didattica, quegli spazi erosi dalle ferree regole post Covid, che impongono il distanziamento di un metro da alunno ad alunno. Certo i problemi non sono del tutto risolti. In molti plessi scolastici è a rischio il tempo pieno. Il motivo? Oltre alle aule insufficienti c’è anche la grave carenza di docenti (oltre 2 mila solo nella nostra provincia).
La diocesi di Brescia sta contribuendo in modo ottimale al dialogo con i sindaci, tanto da aver inviato a tutti i parroci uno «schema di comodato d’uso in modo da concordare con i primi cittadini ed i dirigenti scolastici l’uso degli oratori ma anche dei tanti cinema e teatri parrocchiali» dice don Adriano Bianchi, responsabile comunicazione della Diocesi. Fa da precedente la riuscita sinergia dimostrata per i Grest estivi. Gli oratori «potrebbero venire incontro ai Comuni anche nell’organizzare i doposcuola pomeridiani» aggiunge don Bianchi. Se da una parte i sindaci hanno inviato il loro appello accorato al ministro Azzolina, chiedendo regole certe e più risorse per spazi e docenti, dall’altra stanno pragmaticamente tessendo soluzioni tampone, per poter garantire più ore di didattica possibile.
Gli esempi di collaborazione sono molti e non riguardano solo i comuni. Da segnalare ad esempio l’accordo stretto tra l’istituto paritario Arici, in centro città, ed il vicino museo diocesano. Le 110 scuole statali del comune di Brescia invece «tranne che in tre casi hanno gli spazi necessari e non siamo stati costretti a dover utilizzare oratori o palestre», assicura l’assessore Fabio Capra, che anticipa l’assunzione di 18 maestre per garantire il tempo scuola pomeridiano nelle materne, usando «400 mila euro del fondo di riserva». Diversa la situazione in provincia dove due comuni su tre hanno problemi di spazi» ha detto il presidente di Acb, Gabriele Zanni. A Borgosatollo erano già in programma lavori di ristrutturazione sulle scuole medie e si era già contattata la parrocchia per trovare spazi extra. Ora anche un terzo degli alunni della primaria dovrà traslocare. Resta il tema ostico del tempo pieno: «Noi garantiremo il servizio mensa installando una tensostruttura riscaldata nel parco davanti alla scuola — spiega il sindaco Giacomo Marniga — ed il comune fornirà il servizio di doposcuola, mentre non sappiamo ancora se l’istituto garantirà il tempo prolungato». A Bagnolo Mella la collaborazione con l’oratorio prosegue da anni, visto che le attrezzate sale parrocchiali hanno ospitato bimbi anche in passato. «Quello che succederà quest’anno con la primaria Bellavere — spiega il sindaco Cristina Almici —: due prime, una seconda, una terza, una quarta e due quinte andranno in oratorio, circa 150 bambini. Nella primaria di via XXVI Aprile abbiamo creato aule nella mensa; i bambini mangeranno in classe». Le lezioni pomeridiane? «C’è l’ipotesi di uniformare tempo prolungato e tempo pieno e prevedere per tutti la settimana corta; dalle 16 alle 18 ci sarà il doposcuola comunale, ristretto però solo alle famiglie con entrambi i genitori lavoratori». Altro nodo riguarda il tema trasporti: «Per non inserire troppi turni stiamo pensando all’obbligo di raggiungere la scuola in autonomia per coloro che vivono a distanze ragionevoli» spiega il sindaco. Anche a Rovato «una decina di classi dovrà traslocare in oratorio», spiega il sindaco Tiziano Belotti, che si interroga sull’efficacia dell’obbligo del metro di distanziamento in classe «quando poi i ragazzi fuori dalla scuola e nei parchi fanno capannelli e si abbracciano».
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Don Adriano Bianchi La diocesi ha mandato linee guida ai parroci per l’utilizzo degli oratori da parte delle scuole