Viaggio dentro il male, che esiste in ogni essere umano
«Candido Bianchi è l’assassino». Titolo di un libro o il j’accuse di un testimone ad un processo per omicidio? La prima ipotesi è esatta, giacché così Elisabetta Pierallini, scrittrice bresciana pluripremiata, ha intitolato il suo ultimo romanzo. Che sia poi una drammatica affermazione, ma non davanti al giudice, lo scoprirà fin dalle prime battute il lettore. Qui si gioca subito a carte scoperte. Non ci sono misteri che vengono tenuti continuamente in sospeso, in questo caso fino all’ultima delle 265 pagine del testo. Il lettore non faticherà ad orientarsi nei meandri di questa storia a tinte fosche, ambientata a Brescia. Qui ha villa il re dei sanitari — Ernesto Bianchi, il padre di Candido (L’assassino) — che esporta water e bidet più che lussuosi persino negli Emirati. Ed ha una villa in periferia con piscina sopraelevata, tanto costosa quanto pacchiana: vasca circondata da sabbia vera e finte rocce di plastica al pari della vegetazione, delle alghe e dei coralli che fanno da scenografia. Dopo queste premesse bisogna dire che la vicenda mette in primo piano Mela. Lei è la protagonista del romanzo. Donna perversa, capace mentre sorride di cucire una trama diabolica. Essa prova piacere ad infrangere la morale, ad ignorare ogni regola pur di portare a termine il suo progetto. Perché tanta perversione? Una vendetta. Mela — una scrittrice come la Pierallini - aveva un marito e un figlio travolti e uccisi da un pirata della strada al volante di una grossa automobile. La povera donna ha subito riconosciuto l’investitore. Elabora una vendetta e decide diabolicamente di insinuarsi nella sua casa, conquistare la fiducia dell’uomo, farlo innamorare. E ci riuscirà mettendo al mondo anche una creatura. Intrigo diabolico per arrivare a quella che ritene una punizione.
Romanzo in cui la vendetta è come un fiume carsico che scorre per chilometri sotto terra e poi riaffiora all’improvviso. Cosi è Mela, la diabolica. Scrive la Pierallini: «Il male è un mistero e in tutti gli esseri umani, piccolo o grande, esiste questo buio dell’anima. A volte resta nascosto, a volte si riversa ad oscurare la nostra vita e la vita degli altri: noi siamo semplicemente tramiti».
Il libro, uscito dalla tipografia di Liberedizioni è articolato in tre parti. Quasi un invito a leggere il testo in tre serate successive. Una curiosità: per chi volesse c’è anche un rebus da risolvere. Comunque l’autrice conferma con questo intreccio le sue qualità di scrittrice, l’originalità delle sue trame, la scioltezza nel linguaggio.