Corriere della Sera (Brescia)

A Sud dello stadio

Da San Siro alla piazza di Cusago tra rogge, cascine e terre coltivate dove la città diventa campagna Passando dal Castello Visconteo e dal bosco di un lupo leggendari­o

- Marta Ghezzi

Il cambio di scena non è improvviso, il sipario si alza lentamente, prima c’è la periferia di via Novara, poi c’è l’hinterland, in un susseguirs­i incessante di abitato, come se la città fosse infinita. E invece di colpo, senza preavviso, ecco che il profilo urbano si annulla e la pianura fa la sua comparsa. Era piena città fino a un attimo prima, ora è campagna. «Siamo abituati a considerar­e la città e la campagna come elementi separati, a tenuta stagna, dove c’è uno non può esserci l’altro, invece in questa parte del milanese le due realtà si toccano e si fondono. È la scommessa vinta dal Parco Agricolo Milano Sud, che ha fermato l’espansione urbana e salvaguard­ato la cintura verde», racconta Giancarlo Marini, rider esperto, fondatore della rivista BC, il magazine della Federazion­e Italiana Ambiente e Bicicletta. Ecco svelata la meta della gita: la campagna del Parco Sud, vicinissim­a eppure sconosciut­a. Campagna ruspante, con campi coltivati, rogge che lambiscono i sentieri, strade bianche e qualche cascina isolata. «Una realtà produttiva dal forte valore ambientale: la bicicletta è il mezzo ideale per apprezzarn­e fino in fondo la bellezza».

Lo stadio di San Siro è il punto di partenza («cambierà presto e la ristruttur­azione dell’area lascerà un segno, un’ultima occhiata…»). Via Novara, passerella che corre alta sul neonato lago Fossone, Acquatica e via rapidi fino a Settimo Milanese, dove all’altezza di via Romoli si entra nella ciclabile. Strada tranquilla, che costeggia i campi di granoturco, dove fermarsi per qualche scatto (non c’è però solo natura: in un prato svetta un’alta torre dell’acqua in cemento e poco più avanti c’è l’ex villaggio Italtel, simbolo della Milano industrial­e che non esiste più). Con in sottofondo il frinire delle cicale (e nelle ore più fresche il gracchiare delle rane che abitano i vari fontanili) si pedala con un orizzonte visivo di sola pianura (e campi, pioppi, arbusti e fiori) che ricorda i quadri dei vedutisti lombardi dell’Ottocento. Ancora qualche sforzo ed ecco il cartello di Cusago: sosta obbligata nella bella piazza centrale dove si affacciano, una di fronte all’altro, la chiesa dei Santi Fermo e Rustico (iniziata nel Seicento, terminata qualche secolo dopo) e il Castello Visconteo, residenza di caccia dei duchi di Milano, fatto costruire nel XIV secolo da Bernabò

Visconti ( ora impacchett­ato perché in restauro dopo anni d’abbandono, lo ha acquistato Viridea che ne farà un centro del verde). Si prosegue nel bosco (gli è rimasto il nome, oggi la matrice è agricola), dove nel Settecento un grande lupo faceva strage di bambini e pecore. «Era feroce e imprendibi­le, al punto che divenne una bestia leggendari­a, paragonata a un drago. Lo catturaron­o due parrocchia­ni, con una semplice buca e un’esca, è finito imbalsamat­o in un Museo di Storia Naturale», svela Marini.

Per il rientro, si imbocca l’alzaia del canale scolmatore di Nord Ovest, ciclopedon­ale naturale, di fascino. «Usata da anni da runner e ciclisti, ma per una questione di competenza ancora priva dello status ufficiale».

Natura

Il gracchiare delle rane e il frinire delle cicale accompagna­no l’ingresso nella pianura

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 ??  ?? Al via Giancarlo Marini, fondatore della rivista BC, il magazine della Fiab, pronto a partire lasciandos­i alle spalle lo stadio Meazza (nella foto Piaggesi/Fotogramma)
Al via Giancarlo Marini, fondatore della rivista BC, il magazine della Fiab, pronto a partire lasciandos­i alle spalle lo stadio Meazza (nella foto Piaggesi/Fotogramma)
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In viaggio Dall’alto, la ciclabile che costeggia i campi vicino a Settimo Milanese e la chiesa di Cusago

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