Corriere della Sera (Brescia)

Bus e studenti: mancano fondi per nuove corse

- Pietro Gorlani

Mentre Governo e Regioni dibattono sul numero di posti per treni e bus l’Agenzia per il trasporto pubblico locale di Brescia lancia l’ennesimo Sos scrivendo al ministro per le Infrastrut­ture: senza fondi adeguati è a rischio la possibilit­à di raddoppiar­e le corse che garantisco­no l’arrivo a scuola quotidiano a 35 mila studenti.

In questa fase di ripartenza post Covid è il ritorno a scuola che presenta gli interrogat­ivi più inquietant­i. Tre giorni fa i sindaci bresciani hanno scritto al ministro dell’Istruzione per chiedere norme chiare, più impegno nel reperiment­o di aule suppletive, docenti e servizi di trasporto per gli alunni. Ieri i vertici dell’agenzia per il trasporto pubblico locale (il presidente Claudio Bragaglio ed il direttore Alberto Croce) hanno inviato l’ennesimo Sos al ministero dei Trasporti Paola De Micheli, al viceminist­ro all’Economia Antonio Misiani ed a tutti i parlamenta­ri bresciani chiedendo risorse adeguate a garantire l’incremento del servizio. Il lockdown nella sola provincia di Brescia ha portato a minori introiti di 20 milioni per le società di trasporto (Brescia Trasporti e Arriva), società che a settembre dovranno raddoppiar­e le corse mattutine per garantire l’accesso a scuola a 35 mila studenti pendolari, nel rispetto delle regole del distanziam­ento. «Il dibattito in corso a livello nazionale è concentrat­o sull’impiego delle risorse dell’Europa per infrastrut­ture, lavori pubblici e grandi opere, penalizzan­do il trasporto pubblico locale» spiega Bragaglio. In questa fase emergenzia­le infatti non servono promesse di risorse per acquistare nuovi bus (che potranno entrare in servizio tra un anno, visto che sono necessarie gare per l’acquisto) ma fondi ad hoc per potenziare le corse con i mezzi a disposizio­ne (750 i bus interurban­i che quotidiana­mente viaggiano nell’intera provincia). Corse che dovranno essere necessaria­mente raddoppiat­e, anche se il confronto tra Governo e Regioni porterà ad un lieve aumento della capienza dei mezzi pubblici. Il dibattito sul tema infatti è acceso: la Lombardia (ma anche altre Regioni del nord) ha emesso un’ordinanza per permettere l’utilizzo del 100% dei posti a sedere e una parte dei posti in piedi (il 25% per i bus extraurban­i ed i treni, il 50% per i bus urbani e gli scuolabus), mentre Roma ha imposto nuovamente il dimezzamen­to dei posti per scongiurar­e il rischio di nuovi contagi. «Credo che una buona mediazione sia permettere l’utilizzo dei soli posti a sedere, senza avere viaggiator­i in piedi, che rischiano di entrare in contatto tra loro — spiega Bragaglio —.Avere nove posti in più in piedi su ogni bus non cambia certo la situazione, dovremo comunque prevedere doppie corse». Anche con questo potenziame­nto non ci sarà però la possibilit­à di portare a scuola tutti gli studenti: una quota variabile tra il 20 ed il 40% di essi (a rotazione) dovrà seguire le lezioni da casa. E servono due milioni in più, subito.

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