Rifiuti, multe raddoppiate con le foto trappole
Stabili gli smaltimenti illeciti: 2 mila tonnellate l’anno
In via Milano, al civico 110, si vede un uomo in maglietta con una sigaretta nella mano sinistra e nella destra un sacchetto dell’«umido»: arrivato davanti alla calotta marrone anziché aprila con l’apposito badge lo posiziona a terra. In via Gussalli una signora ferma la sua Fiat Panda e scarica un intero bagagliaio d’immondizia a fianco del cassonetto grigio. In via Ziziola due lavoratori si sbarazzano in modo illegale di due grossi sacchi di rifiuti. L’apice dell’inciviltà è toccata da un padroncino alla guida di un vecchio furgone in via Abbiati, che posiziona davanti al cassonetto addirittura tre fotocopiatrici. Per non parlare di via Gussalli, dove due uomini in tuta da lavoro, scendono da due potenti Bmw e si sbarazzano di una tanica di rifiuti liquidi, potenzialmente pericolosi.
È solo un piccolo campione del (troppo) nutrito popolo dei furbetti del cassonetto, che si disfano in modo illecito di rifiuti più o meno pericolosi abbandonandoli davanti alle calotte (per lo meno non lungo fiumi e campi). Furbetti che in piccola parte sono stati pizzicati dalle «fototrappole» posizionate dalla polizia locale: si tratta di un centinaio di piccolissime fotocamere, mimetizzate nella segnaletica stradale, in grado di immortalare i comportamenti scorretti e risalire ai colpevoli individuando la targa del loro veicolo (ben più complesso e lungo il riconoscimento facciale per coloro che sono a piedi o in bicicletta). Ieri in Loggia il sindaco Del Bono, l’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli ed i vertici della polizia locale hanno presentato i dati del contrasto a questi comportamenti incivili che — stando ai dati complessivi — rimangono costanti negli anni: «Si aggirano intorno alle 2 mila tonnellate l’anno i conferimenti extra-cassonetto» ricorda l’assessore Cominelli.
Una premessa è doverosa: la stragrande maggioranza dei bresciani ha dimostrato una sensibilità ambientale elevatissima, visto che la raccolta differenziata è passata dal 38% del 2014 all’attuale 72%. I bresciani producono tanti rifiuti, questo è vero (580 chili l’anno procapite, quasi 1 chilo e 6 etti al giorno) ma differenziano anche tanto. Una percentuale di furbi è fisiologica. Percentuale che la Loggia, a suon di controlli, vorrebbe assottigliare. Per questo le azioni di contrasto sono in aumento. I controlli diretti erano 2138 nel 2018 sono calati lo scorso anno (1806) ma sono già 1489 solo nei primi sei mesi del 2020. Le sanzioni con fotocamere sono appunto raddoppiate: 130 in tutto il 2019 (le fototrappole sono entrate in funzione a luglio), ben 251 solo nei primi sei mesi di quest’anno. È invece stabile il numero dei soggetti identificati: 2053 due anni fa, 1898 lo scorso anno e 951 nel primo semestre di quest’anno. «La mascherina obbligatoria che copre il viso ha reso più difficoltose le fasi di riconoscimento» ammette l’assessore Cominelli. Sindaco e assessore hanno rinnovato il loro appello ad utilizzare correttamente calotte e le cinque isole ecologiche smentendo la «fake news» che circola in città, ovvero che i costi lievitano più si usa il badge.
Sistema di raccolta che è buono ma deve fare un altro doppio salto di qualità: mancano due isole ecologiche a Nord (Mompiano) ed a Ovest: «Purtroppo la manifestazione di interesse per reperire siti idonei è andata deserta» dice Cominelli. Altro tema è quello della tariffazione puntuale, che alleggerisce le bollette a chi differenzia di più (andando a far pagare solo il conferito nei cassonetti grigi): non verrà istituita nemmeno nel 2021 conferma l’assessore. E non è nemmeno stata fissata una data per la sua istituzione.