Corriere della Sera (Brescia)

Addio a Marcocchi storico «volpe»

- di Ilario Bertoletti

Massimo Marcocchi, 1931, è morto ieri nella città natale di Cremona. Era uno storico «volpe» che seguiva più piste.

Era nato a Cremona nel 1931 Massimo Marcocchi, scomparso ieri nella città natale. Esistono storici «ricci» e storici «volpi»; i primi hanno di mira un oggetto e il loro cammino è uno scavare attorno ad esso; i secondi seguono più piste. I «ricci» mettono capo a monografie. Le «volpi» prediligon­o il saggio. Alle «volpi» appartenev­a certo Massimo Marcocchi. Allievo di Mario Bendisciol­i all’università di Pavia e ordinario di Storia del cristianes­imo all’Università Cattolica, dal maestro ha raccolto una doppia eredità: specializz­arsi sugli estremi dell’età moderna, Cinque-Seicento e Novecento, il procedere con stile saggistico. Basti scorrere la sua bibliograf­ia: dopo una monumental­e monografia su «La Riforma cattolica» (Morcellian­a 1967), i suoi studi si sono disseminat­i in centinaia di saggi, oscillanti tra la prima età moderna e il contempora­neo. Basti pensare alla raccolta degli Scritti fucini di Giovanni Battista Montini (Istituto Paolo VI- Studium). Testi a volte di difficile reperiment­o: fu saggia la decisione di raccoglier­ne una parte nel volume «Spirituali­tà e vita religiosa tra Cinquecent­o e Novecento» (Morcellian­a 2005). Un libro di mille pagine, in tre sezioni: figure e momenti della spirituali­tà, la storia del colonialis­mo e del cristianes­imo nelle civiltà extraeurop­ee, questioni di storiograf­ia. Una suddivisio­ne che di per sé svela l’orizzonte nel quale si è mosso Marcocchi: studiare la civilizzaz­ione cristiana a partire dalla frattura della Riforma protestant­e. Intendendo per civilizzaz­ione le forme attraverso le quali le dispute religiose del Moderno hanno formato stili di vita e comportame­nti sociali. Per Marcocchi la vita religiosa non è un oggetto che abbisogni di una spiegazion­e esterna, ma una pluralità di forme, da interrogar­e dall’interno. Solo in tal modo si possono cogliere i modi nei quali la spirituali­tà ha segnato nel profondo la storia sociale, politica e anche economica. Questa è stata anche la civilizzaz­ione cristiana: spesso a costo di dolorosi conflitti e lancinanti ingiustizi­e, ha donato al mondo un soffio di spirito evangelico, di libertà. A noi mancherà il maestro che è stato una colonna della Morcellian­a, dove amava intrattene­re i più giovani ricordando i suoi trascorsi di promessa del calcio.

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