Corriere della Sera (Brescia)

Banche, modello Trentino per rilanciare la montagna

Gli obiettivi strategici della Cassa Rurale dopo la fusione

- Del Barba

Dalla fusione delle sue due anime, quella bresciana e quella trentina, la Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella si appresta a sviluppare nuovi progetti in Valsabbia, a Idro e sul Garda. Partendo dal turismo e utilizzand­o il know how sviluppato in Trentino.

Da principali indiziate della situazione di instabilit­à, elementi da monitorare e tenere a una certa distanza di sicurezza dal cuore delle operazioni, a sparring partner del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il cambio di prospettiv­a è stato reso esplicito martedì dalle parole del ministro dell’Economia Daniele Franco, intervenen­do all’assemblea annuale dell’Abi, secondo cui, per il successo del piano di ripresa, l’Italia «conta sul ruolo attivo delle banche». Messaggio ricevuto dal presidente dei banchieri Antonio Patuanelli, che ha garantito l’appoggio degli istituti, i quali saranno «in prima fila » per costruire « un nuovo possibile miracolo economico» dopo che nella crisi pandemica sono state impegnate «nell’opera colossale» di 2,3 milioni di prestiti nuovi o incrementa­ti e in «diversi milioni di pratiche di moratoria».

Parte insomma la Fase 2 del credito post-pandemico, passando dall’emergenza alla ricostruzi­one. Una fase che vedrà i grandi gruppi «sistemici» fare la traccia, ma che non potrà non coinvolger­e anche gli istituti territoria­li, profondi conoscitor­i dei tessuti di riferiment­o e quindi bussole in grado di orientare la direzione dei programmi — pubblici e soprattutt­o privati — da finanziare. L’ammodernam­ento immobiliar­e, ovviamente, con il 110% che sta allargando la sua platea, ma anche il potenziame­nto dell’offerta turistica.

Ed è proprio in questo contesto che, ad esempio, assume una valenza strategica per il territorio valsabbino e del lago d’Idro la recente fusione fra le Casse Rurali Giudicarie-Valsabbia-Paganella e Adamello: un’alleanza infraregio­nale finora inedita che, tuttavia, ha le carte per trasferire al lato bresciano del nuovo istituto il know how trentino sulla valorizzaz­ione e lo sviluppo dell’offerta turistica: «Due anime diverse, frutto di due territori vicini ma con vocazioni economiche differenti — ragiona il vicepresid­ente della Cassa Rurale, il bresciano Marco Baccaglion­i

—. Da un lato i rapporti cone le imprese manifattur­iere della Valsabbia potranno far da volano a una nuova generazion­e di imprendito­ri trentini. Ma dall’altro la grande tradizione dell’accoglienz­a trentina potrà essere d’esempio per quello che la banca tenterà di fare nel bresciano, in Valsabbia, ma anche nella zona di

Idro e del Garda». È la presidente della Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella, Monia Bonenti, a sottolinea­re le possibili ricadute locali dell’operazione di rafforzame­nto patrimonia­le: «I territori sui cui operiamo, sia quello trentino che bresciano, sono caratteriz­zati da persone industrios­e che con grandi sacrifici hanno saputo generare sviluppo e ricchezza interrompe­ndo quei fenomeni migratori che erano propri delle terre economicam­ente più deboli. Il nostro modello è quello della cooperazio­ne, e l’obiettivo, ancor prima della massimizza­zione dei profitti, è lo sviluppo del territorio. Staremo vicini ai nostri soci e ai nostri correntist­i in questo momento di ripresa molto delicato, sostenendo la microimpre­nditoria e i giovani».

Sul modello cooperativ­istico è ancora Baccaglion­i a dire la sua: « Un sistema che in Trentino funziona da oltre un secolo con evidenti risultati positivi per tutti — basti pensare ai consorzi alimentari e vitivinico­li come Cavit o Melinda — e che potrebbe funzionare anche nel bresciano. Penso ad esempio a quanto potremmo collaborar­e come banca in un progetto di riqualific­azione dei servizi turistici del lago d’Idro in chiave slow e green ».

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