Corriere della Sera (Brescia)

Morì d’otite Due anni alla pediatra

- Di Lilina Golia

Due anni alla pediatra che visitò Nicole Zacco, la piccola di 4 anni di Gottolengo uccisa da un’otite mal curata nell’aprile del 2018. Quando la piccola arrivò al Civile le sue condizioni erano disperate, a nulla servì un intervento chirurgico. «Che abbiano condannato qualcuno non importa, a me importava avere la mia bambina» il commento del papà.

«Nicole non me la daranno più indietro. Volevo solo dare un po’ di giustizia a quello che è successo alla mia bambina». Mattia Zacco abbozza un sorriso per aver chiuso questo capitolo così tragico, ma il dolore gli resta negli occhi. Ieri il gip Giulia Costantini, assecondan­do le richieste del pm Claudia Moregola, ha condannato a due anni di reclusione (con pena sospesa) Anna Solzi, la pediatra di base che aveva in cura la piccola di Gottolengo, morta all’età di 4 anni nell’aprile del 2018 per le conseguenz­e di un’otite non curata a dovere. «Queste cose in Italia non devono accadere. Che abbiano condannato qualcuno non importa, a me importava avere la mia bambina. Questi tre anni e mezzo mi hanno portato solo preoccupaz­ioni e ansia, ansia perché, quando succedono certe cose, non sai se hai sbagliato tu, se ha sbagliato qualcun altro. Ti fidi della Sanità e degli ospedali, nel futuro mi fiderò ancora?». Un futuro in cui papà Mattia e mamma Alessandra, rappresent­ati dall’avvocato Valter Ventura, continuera­nno a fare i conti con la cicatrice lasciata dalla morte della loro bimba. Tutto era iniziato alla fine di febbraio. Nicole aveva febbre e lamentava dolore alle orecchie e per questo, il 5 marzo, l’avevano portata dalla pediatra. C’era la sostituta (la titolare era in ferie) che, seguendo il protocollo aveva prescritto antidolori­fico e paracetamo­lo. Erano passati altri giorni, ma la situazione non sembrava risolversi e il 16 marzo Nicole era stata visitata dalla dottoressa Solzi che aveva prescritto la stessa terapia. Un calvario di oltre un mese, passato dal pronto soccorso di Manerbio e poi della Poliambula­nza, concluso all’ospedale

Civile dove era stata sottoposta ad un intervento chirurgico per l’asportazio­ne di una ascesso al cervellett­o causato dall’infezione. Nicole era morta poche ore dopo. La Procura riteneva che la pediatra Solzi avesse agito con superficia­lità. I consulenti della pubblica accusa avevano evidenziat­o che per salvare la bimba sarebbe bastato un antibiotic­o. Ieri l’avvocato Fausto Pelizzari, difensore di Anna Solzi, aveva chiesto l’assoluzion­e per la dottoressa, sottolinea­ndo che la sua assistita aveva visto solo una volta la piccola e non era a conoscenza di visite precedenti. Ieri il gip, durante il rito abbreviato, ha, invece condannato la pediatra, stabilendo anche il pagamento a genitori e nonni di Nicole e a due associazio­ni che si erano costituite parte civile una provvision­ale di 484 mila euro complessiv­i. «Ma la mia bambina valeva più di tutto l’oro del mondo», commenta papà Mattia.

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Tribunale Ieri il processo in abbreviato

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