«Noi denunceremo», oggi l’udienza per i danni
Dopo lo slittamento dell’udienza di aprile, stamattina alle 11, in un’aula del Tribunale Civile di Roma si terrà la prima udienza nell’ambito dell’azione legale promossa dai familiari delle vittime del Covid 19. L’obiettivo è quello di arrivare ad un indennizzo – «fosse anche un euro, a noi non interessa l’ammontare», precisano i promotori – perché siano così riconosciute le effettive responsabilità del dilagare della pandemia in Italia e, in particolare in Lombardia. La causa viene intentata contro la Regione, il Ministero della Salute e la Presidenza del Consiglio perché si mettano a fuoco negligenze e omissioni, dall’assenza di un piano pandemico, alle mancate chiusure, fino ai tracciamenti non eseguiti. A supporto è stata presentata ampia documentazione, comprese le circolari dell’OMS che avvisavano della letalità del virus, diffuso pericolosamente anche da soggetti asintomatici. Il comitato promotore ha raccolto le storie di 520 persone, di cui un centinaio, circa, sono bresciane, che hanno perso familiari per colpa del virus, anche nella seconda e terza ondata pandemica del Covid 19. «Mio papà aveva 86, non aveva malattie pregresse, ma vista l’età, ci era stato comunicato che non lo avrebbero intubato. Le dottoresse sono sempre state gentili e ci telefonavano ogni giorno. Ma si è aggravato. Ci hanno chiamati per vederlo un’ultima volta. Ci ha aspettati, poi ha smesso di respirare». E ancora. «Mio marito aveva 55 anni ed era sano come un pesce. Non fumava. È stato distrutto dal Covid dopo un mese di ospedale». Solo alcune delle testimonianze.
Durante l’udienza di quest’oggi, come atto simbolico che contribuisca a dare maggiore voce alle istanze, fuori dal tribunale ci sarà una cinquantina di persone perché non diminuisca l’attenzione sulle vittime del virus.