Corriere della Sera (Brescia)

Salgo in sella con Coppi sfortunato

Alla Sormani Nino Formicola, l’omaggio al Campioniss­imo

- Livia Grossi

«Perché Fausto Coppi? Ci sono campioni che meritano di essere ricordati e lui è uno di questi, una persona pura che da quando ha scoperto la bici è diventata la sua vita. E poi perché quando ero Gaspare con i capelli incollati sulla fronte mi hanno sempre detto che gli assomiglia­vo tantissimo. Nino Formicola, storico compagno di scena al fianco di Zuzzurro, stasera è «Angelo Fausto Coppi. L’eroe nato contadino», nel testo di Sabina Maria Negri (anche in scena) diretto da Lorenzo Loris. Sul palco la vita privata e profession­ale del grande ciclista a partire dal processo per adulterio del 1955 che lo vede imputato per la «scandalosa» relazione extraconiu­gale con Giulia Occhini, la famosa Dama Bianca.

L’occasione per parlare di uno dei veri eroi della strada, vincitore di cinque Giri d’Italia e due Tour de France, un semidio idolatrato in tutta Europa, ma anche del suo rapporto con Bartali, con la donna che gli ha cambiato la vita e dei suoi aspetti più intimi, quelli di un uomo fragile e sfortunato. Uno spettacolo in cui il comico si mette alla prova in un testo in cui non c’è niente da ridere. «Il ragazzo ha avuto una bella sfiga nella vita » esordisce Formicola, «è nato in un‘Italia dove avere l’amante era un reato e l’hanno pure beccato di notte in flagrante. Il primo Giro l’ha vinto a 21 anni, nel 1940, ma anche qui c’è il marchio della sfortuna: non fa quasi in tempo a festeggiar­e che deve partire per la Tunisia a fare il soldato. Se avesse poeroe tuto continuare a correre l’Airone avrebbe vinto tutto il vincibile. La sua uscita di scena, un altro colpo del destino: si amma lò di ma l a r i a con Raphael Geminiani, ma mentre l’amico francese si salvava con il chinino, i medici di Coppi alla telefonata in ospedale dei famigliari del compagno che avvisavano della cura, risposero di non immischiar­si. E così Coppi è morto, per qualche goccia di chinino».

Tra le note musicali di Simone Spreafico e Luca Garlaschel­li, e la voce di Patrizia Rossi, la vita del Campioniss­imo fino all’ultimo respiro diventa una confession­e a voce alta dove il processo è il nucleo centrale dello spettacolo. « In quel tribunale si sono ascoltate frasi che oggi farebbero ridere i polli — continua l’attore — gli viene anche rinfacciat­o di aver restituito la fede nuziale. La Dama Bianca durante il processo era incinta, partorisce a Buenos Aires perché se no Coppi non avrebbe potuto riconoscer­e il figlio, si sposeranno in Messico, insomma un calvario. Oggi per fortuna è tutta un’ altra vita».

Uno spettacolo che diventa l’occasione anche per riflettere sulle conquiste fatte e sulla fatica per realizzarl­e. «Grazie a uno stravagant­e servizio fotografic­o ho avuto l’ onore di inforcare una delle storiche biciclette di Coppi, ho fatto 300 metri e sono scoppiato. La bici pesava una tonnellata e dentro quella maglia di lana si soffocava. Ma in quell’occasione ho amato ancora di più il mio campione preferito, da bambino quando giocavo a biglie lui era uno dei miei pezzi più preziosi, non lo scambiavo mai con nessuno».

"Giochi d’infanzia Da bambino era la mia biglia preferita, uno dei pezzi più preziosi: non l’avrei scambiato con nessun altro al mondo

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Nino Formicola (foto Duilio Piaggesi/Ansa)
Sornione Nino Formicola (foto Duilio Piaggesi/Ansa)

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