Corriere della Sera (Brescia)

Vieni, c’è Beethoven sul prato

«Dopo la tempesta, il sereno. È stato come se ci fossimo lasciati il giorno prima»

- Giuseppina Manin

Ritrovarsi a suonare insieme dopo una lontananza di oltre un anno è timore e desiderio. «Soprattutt­o è felicità. Come succede tra vecchi amici, ci è parso di annullare il tempo, come se ci fossimo visti il giorno prima», racconta Marco Seco, giovane maestro di origine argentina, direttore de La Fil, la Filarmonic­a di Milano ideata nel 2018 su iniziativa di Luca Formenton, presidente del Saggiatore, Roberto Tarenzi, viola del Quartetto Borciani, Carlo Maria Parazzoli, primo violino di Santa Cecilia e appunto il maestro Marco Seco.

Un’orchestra giovane, piena di entusiasmo, costretta come tutti a una lunga sosta forzata. «L’ultimo concerto — ricorda Seco — risale al novembre 2019 in chiusura di BookCity. Subito dopo saremmo dovuti partire per la Croazia, il nostro primo tour. Ma è scattato il secondo lockdown. Un altro breve incontro nel 2020, sempre per BookCity, e di nuovo un lungo silenzio. Adesso sembra la volta buona, ripartiamo con gioia da Milano, la città che ci ha visti nascere».

Primo appuntamen­to lunedì sera alle 21 nel Parco di Citylife per la rassegna «Bella Estate» promossa dal Comune. «Uno spazio verde ideale per il brano che suoneremo, la Pastorale di Beethoven. Un inno alla natura, ma anche a valori cardine come la fratellanz­a, la fiducia nel futuro. Se nel IV movimento scoppia la Tempesta, il V è il canto di ringraziam­ento per la bufera per la luce che torna».

Argentino da parte di padre, italiano da parte di madre, Marco Seco coltiva con passione le sue radici. «Ma ormai la mia seconda casa è qui. A Milano, dove ho studiato al Conservato­rio, ho diretto la sua bellissima orchestra, mi sono avvicinato alla musica contempora­nea con Divertimen­to Ensemble. E a Verdello, vicino Bergamo, dove vivo in una casa in campagna. Un legame con la terra e le piante per me necessario».

Vocazione utile per crescere un’orchestra come La Fil, formata da nuovi virgulti e solide querce, giovani talenti e profession­isti affermati, provenient­i dalla Scala e Santa Cecilia, dal Comunale di Bologna, la Fenice di Venezia, l’Orchestra Rai, la Mahler Chamber, la National de France, i Wiener e i Berliner.

«Ma i miei direttori di riferiment­o sono italiani, Gianandrea Noseda e Daniele Gatti. Ho avuto la fortuna di averli visti lavorare da vicino, da loro ho imparato moltissimo. La Fil per me è un’espepassat­a, rienza meraviglio­sa, un’orchestra di amici che non vedono l’ora di ritrovarsi per fare musica insieme, con il piacere di entrare nelle note, strapparle dalla carta e farle arrivare al pubblico con il massimo entusiasmo».

Oltre a quello di lunedì, luglio li porterà in tour per cinque concerti tra Trieste, Bergamo, Brescia, Parma. «Ma la nostra residenza resta Milano. Se come annunciato, e lo dico sottovoce per scaramanzi­a, in autunno il Lirico aprirà, quella sarà la nostra casa. Che terremo a battesimo in ottobre con un concerto specialiss­imo».

Nel cuore della città «Se, lo dico sottovoce, in autunno il Lirico finalmente riaprirà sarà la nostra casa»

 ??  ?? Italo-argentino Marco Seco. 35 anni, con La Fil. «Milano è la mia seconda casa. Qui ho studiato al Conservato­rio»
Italo-argentino Marco Seco. 35 anni, con La Fil. «Milano è la mia seconda casa. Qui ho studiato al Conservato­rio»

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