Siccità, crollano le rese del grano: marginalità azzerate
Giacomelli (Coldiretti) all’esecutivo: «Intervenire per contenere il caro dell’energia e i costi di produzione»
Fino al 30% in meno sulle rese di grano tenero e duro in provincia di Brescia. È questo il conto della siccità prolungata che si è verificata nelle scorse settimane a cui si sono aggiunte le più recenti grandinate che emerge dalle prime stime elaborate dalla Coldiretti provinciale in base a un monitoraggio sul territorio, mentre nelle campagne ci si prepara alla trebbiatura, già iniziata nel Sud del Paese.
«Quest’anno — precisa il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli — il fattore acqua è centrale. Laddove la carenza idrica si è fatta sentire di più si temono cali nelle rese che tra il 20 e il 30% secondo le prime indicazioni da confermare a raccolti conclusi. A pesare sull’andamento della stagione anche le grandinate che hanno colpito il territorio a macchia di leopardo, provocando danni alle colture».
In provincia di Brescia si coltivano circa 12 mila ettari tra frumento tenero e frumento duro da destinare sia alla produzione di pane, biscotti e pasta sia all’alimentazione animale nelle stalle. La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, dalle quali si evidenzia che in un caso su quattro i costi superano i ricavi con il grano duro per la pasta che è quotato in Italia 55 centesimi di euro al chilo e quello tenero per il pane a 45 centesimi al chilo.
L’impatto si fa sentire anche sui consumatori con i prezzi che dal grano al pane aumentano da 6 a 12 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito venduto da 2,7 euro al chilo a 5,4 euro al chilo, secondo la Coldiretti.
«Bisogna intervenire — conclude il presidente di Coldiretti Giacomelli — per contenere il caro energia ed i costi di produzione, con interventi sia immediati che strutturali, mentre a livello comunitario servono più coraggio e risorse per migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi».