Corriere della Sera (Brescia)

Il vescovo si assenterà mesi «Devo fare un trapianto»

Mons. Tremolada ne avrà per mesi, la Diocesi affidata ai vicari Fontana e Tartari

- Alessandra Stoppini

"«La mia salute non va tanto bene, questo è il concetto — ha affermato il vescovo —. Il midollo non è più in grado di svolgere il suo compito come deve: l’unica chance rimasta è quella del trapianto. La decisione è ormai presa. Vedremo cosa il Signore mi riserverà». L’intervento avverrà ai primi di luglio a Monza, il vescovo resterà lontano da Brescia per mesi, la Diocesi è affidata ai vicari Fontana e Tartari.

La preghiera con cui monsignor Pierantoni­o Tremolada ha aperto l’incontro di ieri in Episcopio con la stampa e la Curia – richiesto con carattere di urgenza – custodisce in sé la misura dell’approccio cristiano al mistero della malattia e della sofferenza. Il vescovo di Brescia ha annunciato alla comunità di dover essere presto sottoposto a un trapianto di midollo, cui seguiranno diversi mesi di riposo forzato; nel farlo, ha chiesto a Dio di prevenirci con la sua grazia e accompagna­rci con il suo aiuto, «perché ogni nostra attività abbia da Te il suo inizio, in Te il suo compimento». In maniera semplice, discorsiva e diretta, monsignor Tremolada ha spiegato ai convenuti di aver sempre avuto qualche problema piuttosto serio dal punto di vista ematologic­o e di averlo potuto fronteggia­re, da anni, attraverso una terapia. Un aggravana, mento improvviso, però, impone adesso un trapianto di midollo. «La mia salute non va tanto bene, questo è il concetto – ha affermato il vescovo –. Il midollo non è più in grado di svolgere il suo compito come deve: l’unica chance rimasta è quella del trapianto. La decisione è ormai presa. Vedremo cosa il Signore mi riserverà». L’intervento avverrà ai primi di luglio al San Gerardo di Monza, condizione che consentirà al vescovo l’adeguata assistenza familiare dal punto di vista logistico. Al periodo di ricovero di 3, 4 settimane faranno seguito 6 mesi di riposo, nei quali monsignor Tremolada non sarà fisicament­e presente. Dalle parole del vescovo – grato ai medici che lo hanno seguito in questi mesi – sono emersi il coraggio cristiano nell’affrontare la prova, esempio e guida per tutta la comunità bresciala commozione e la certezza di aver affidato alle buone mani del vicario generale e del vicario per la pastorale le tante consegne relative alla Diocesi; ma anche l’auspicio di poter mantenere con la comunità, la Diocesi e la città nel suo senso più ampio quel contatto, a distanza ma non impossibil­e, quel filo rosso speciale che si è srotolato in tutti questi anni dal 2017, quando papa Francesco lo ha nominato vescovo e monsignor Tremolada è entrato nella grande famiglia bresciana. «Ci sono momenti nella vita in cui si capisce di più cos’è e quanto è importante la fede. Se puntiamo tutto su noi stessi, in momenti come questo ci accorgiamo che non ci rimane più nulla, perché diventiamo fragili e incapaci di garantire sicurezze a chi vogliamo bene. Chiediamo che il Signore faccia quello che desidera. Per un vescovo ci sono diversi modi di amare la Chiesa: guidarla oppure offrire la salute e forse la stessa vita perché la Chiesa possa essere veramente sé stessa». La richiesta conclusiva è quella di un particolar­e sforzo di comunione. «State uniti in questi mesi al vicario generale e al Consiglio episcopale, in un sovrappiù di generosità. Grazie».

"Il vescovo Tremolada L’unica chance rimasta è quella del trapianto. Vedremo cosa il Signore mi riserverà

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Il vescovo Tremolada
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Il vescovo Tremolada ieri mattina tra il vicario generale Fontana (a sinistra) e il vicario per la pastorale e i laici Tartari
L’annuncio Il vescovo Tremolada ieri mattina tra il vicario generale Fontana (a sinistra) e il vicario per la pastorale e i laici Tartari

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