Serie B, sarà una stagione mai vista
Sei capoluoghi di regione, 12 milioni di italiani coinvolti. E Cellino rescinde con Corini
Il Brescia avrebbe voluto essere altrove, ma la Serie B di quest’anno per blasone ha poco da invidiare anche alla Serie A. In attesa di vedere come le squadre arriveranno al via del torneo (tra meno di due mesi), colpiscono i numeri: sei capoluoghi di regione, 12 milioni di italiani coinvolti, trofei alzati e campioni a fare la storia delle tante nobili decadute della cadetteria. E Cellino si prepara, trovando un accordo consensuale con Eugenio Corini per la sua rescissione.
Andava già di moda chiamarla A2 nella scorsa stagione, quando il parterre era altisonante ma meno nobile. Ora anche questo appellativo sarebbe riduttivo. Serie B era e resta, come tutti gli anni, però stavolta il campionato cadetto avrà qualcosa di speciale. Il più forte di sempre? Quello andato in archivio da poco è stato senza dubbio il più equilibrato, sarà il campo a dire se il livello tecnico si sia alzato.
A meno di due mesi dal via, ora che tutte le venti iscritte si trovano ai nastri di partenza, sono i numeri e non i nomi a certificare la grandezza del torneo. E si parla di abitanti, in primis, di potenziali tifosi. Non di calcio in senso stretto. Per la prima volta dal 2006-07, la famosa stagione post Calciopoli con l’obbligata comparsa della Juventus, in Serie B saranno presenti sei capoluoghi di regione: cinque sono delle new entry, solo il Perugia era già presente nel 2021-22. Con il ritorno di Venezia, Genoa e Cagliari le promozioni di Bari e Palermo, la sestina è al completo.
Se la classifica dipendesse dalla popolazione residente tra città e provincia, le rondinelle sarebbero già in Serie A senza passare dai play off insieme ai siciliani: 1 milione e 268 mila questi ultimi, seimila in meno il Brescia, poco avanti rispetto al Bari. Sotto al milione ci sono Genova e Venezia, ma colpisce il dato totale delle 20 sorelle: con 12 milioni e 230 mila abitanti, rappresentano un quinto della popolazione totale della penisola. Un italiano su cinque seguirà il campionato e la stima è persino al ribasso, dato che Cagliari, Genoa, Parma, Palermo e Bari hanno molti tifosi in altre regioni. O all’estero.
Già, perché ogni club ha la propria storia da poter esibire, fatta di trofei in Italia e in
Europa (il Grifone rossoblù è forte di nove scudetti, ma è imbattibile il Parma in Europa con quattro coppe alzate al cielo). E c’è chi, come il Cagliari, ha marchiato delle annate irripetibili: lo scudetto del 1970 e persino la semifinale in Uefa del 1992, al primo anno di Massimo Cellino come presidente. Perugia e Palermo, con sei e cinque campagne europee a testa, non possono sentirsi inadeguate.
E Brescia? Un Angloitaliano in bacheca (il Modena ne vinse due, mentre Bari e Pisa si sono imposti nella Mitropa Cup), una partecipazione all’Intertoto: quisquiglie in confronto alle prossime dirimpettaie, ma pochi vantano la sua allure se si confrontano i campioni transitati nei vari club. Non tutti i campioni si possono pesare, ma esibire Altobelli, Beccalossi, Hagi, Pirlo,. Baggio e Guardiola (qui ci fermiamo...) è privilegio per pochissimi.
Solo il Parma dell’era Tanzi, con Buffon - unico ancora in attività nello stesso club - a guidare Cannavaro e Thuram, per non parlare di Veron e Crespo, può battere l’undici dei sogni con la vu bianca. E il Palermo, che ha pescato talenti diventati campioni (Dybala e Cavani i più noti), viaggia sulle stesse frequenze. Altri
miti, in ordine sparso: Riva e Zola a Cagliari, Milito a Genova, Cassano e Bonucci a Bari, Zambrotta e Barella a Como, Materazzi e Paolo Rossi a Perugia, Recoba a Venezia.
Dalla seconda settimana di agosto, però, il blasone resterà in panchina. E Cellino sta lavorando alacremente per pianificare il futuro. Ieri ha trovato l’accordo per la rescissione del contratto anche con Eugenio Corini, ringraziato con un comunicato caldo in cui si è reso per la prima volta onore («Bastata una stretta di mano, incarna i valori della città») all’uomo di Bagnolo: dopo Lopez e Inzaghi, con Dionigi e Delneri in scadenza tra 15 giorni, pagherà (per ora...) solo un allenatore. Sul fronte riscatti, nessuna follia: Moreo resterà, mentre il Cagliari non punterà su Tramoni ma due milioni e mezzo ora sono una cifra ritenuta non congrua dal Brescia. O Giulini cala le pretese, oppure (così) non si fa.
L’accordo con Corini
Cellino ieri ha risolto consensualmente il contratto con il tecnico (fino al giugno 2023)
Operazione riscatti
Solo Moreo è sicuro di restare il prossimo anno: incerto Tramoni, Lèris verso l’addio