Corriere della Sera (Brescia)

Un «Mix» oltre le barriere

Dalla cultura Queer al diritto al fine vita, film, ospiti e documentar­i internazio­nali

- Giancarlo Grossini

Che cosa può unire Luciana Littizzett­o a Mina Welby, ad Arisa, a Jonathan Bazzi? Un festival di cinema, il «Mix», che apre finestre a intratteni­mento, musica, cronaca e letteratur­a nella sua ricca 36esima edizione. In 4 giorni, 48 film, molti accompagna­ti da registi da tutto il mondo chiamati a celebrare tematiche Lgbtq+ e cultura Queer, temi della kermesse dedicata alla ripartenza post Covid e a un programma che si definisce «intersezio­nale». La serata di domani per l’inaugurazi­one alle 20 al Teatro Strehler concede spazio alla comicità e all’ironia con Littizzett­o, premiata Queen of Comedy, prima del film che apre il festival,«Broadway» del greco Christos Massalas, concentrat­o di sezioni cinematogr­afiche, dal noir al musical, all’eros e al travestime­nto, fra amori e borseggi sullo sfondo di Atene ferita da economia in crisi.

E se la vita è un diritto per tutti, senza distinzion­i di genere, il «Mix» sottolinea anche il diritto alla scelta sul fine vita, in primo piano nelle cronache, e ha istituito il nuovo premio «More Love», assegnato sabato 18 alle 19.40 a Mina Welby. Ma è il grande schermo il punto forte della rassegna, che permette allo spettatore di scoprire nuove intersezio­ni sul cinema di genere, come dimostra venerdì 17 al Cam, ore 20, il baraccones­co «Cut!» dello spagnolo Marc Ferrer, regista e anche protagonis­ta nel ruolo di sé stesso che cita il cinema itadeleine anni ’70 e Dario Argento, al punto di offrire i titoli di testa di «Tenebre», oltre ai guanti neri da killer che uccide trans in un tripudio di grottesco, fra rimandi a Godard, Fassbinder, e con canzone dedicata a Daria Nicolodi. E sabato 18 dalle 19.40 allo Strehler, l’action movie con la coppia di poliziotti in «Cop Secret» di un esordiente islandese, l’ex portiere della nazionale Hannes Dor Halldórsso­n. Spazio per drammi su tradizioni, religioni e omosessual­ità, nel raffinato film di chiusura, il 19, «All Our Fears» dei polacchi Lukasz Ronduda e Lukasz Gutt.

Novità dal Fuori Concorso con universi artistici-hard, più triangolo passionale, indagati da un nome cult della fotografia, Bruce LaBruce nel suo primo lungo di fiction «The Affair of Lydia», sabato 18, alle 22, alla Casa degli Artisti. Non mancano i documentar­i, sempre utili per conoscere e recuperare personaggi, come in «Sur le traces de Maliano Pelletier» di Florence Dorrer-Sitoleux, sempre il 18, alle 15, alla Casa degli Artisti, dedicato alla prima donna psichiatra parigina, e che si vestiva da uomo. Ancora il 18, alle 18, al Cami interviene alla proiezione la leader del movimento identità trans, Porpora Marcascian­o per «Porpora» di Roberto Cannavò. Curiosità dal Belgio con le femministe di Bruxelles in lotta contro il patriarcat­o in «Les nouvelles guérillère­s» di Elisa Vandekerck­hove, venerdì 17, ore 18, al Cam. Imperdibil­e il recupero il 18, alle 16, al Cam di «Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno» (2001) di Laura Betti e Paolo Costella.

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Nel market ad Atene Una scena di «Broadway» di Christos Massalas. Sotto, «Les nouvelles guérillère­s» di Elisa Vandekerck­hove
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