Profughi dall’Ucraina L’obiettivo è l’integrazione: per 15 c’è già un lavoro
Il bilancio di FCB dopo 3 mesi di guerra. Tante le professionalità
Accogliere non ha una data di scadenza come il cartone del latte. Tantomeno quando si tratta di chi fugge da una guerra. Sono più di 110 giorni da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Tante le donne e i bambini soprattutto che Brescia ha accolto. Tanti i bisogni e le esigenze. La guerra non può cancellare identità e autostima. E in questo si sa, il lavoro ha una grossa responsabilità. Ecco che ancora una volta Fondazione della Comunità Bresciana diventa promotore e portavoce di chi è in difficoltà. «Ogni giorno ci arrivano richieste diverse. Per questo non crediamo all’accoglienza lampo. Queste persone hanno bisogno di stabilità. E noi ci impegniamo perché la raggiungano.
Solo così si potrà parlare di futuro. L’integrazione resta sempre la chiave». C’è sensibilità e determinazione nelle parole dei suoi vertici, Alberta Marniga e Orietta Filippini, rispettivamente presidente e direttrice operativa. E soddisfazione, poiché la risposta di Brescia si è rivelata oltre le aspettative: «337 mila euro le risorse raccolte dal Fondo Brescia Aiuta Ucraina (212 mila dal territorio e 125 mila da Fondazione Cariplo, ndr) per attività di integrazione sociale e di accesso al mondo del lavoro. Sono numeri importanti, siamo soddisfatti, ma non è abbastanza. Il lavoro da fare è tanto, Stato e Regioni non possono risolvere quella che è un’urgenza». Ecco che nella forza del team, al fianco di Auser Brescia e Solco - Consorzio di cooperative sociali, la fondazione getta le basi e mette la marcia a quella che diventa una vera e propria macchina da corsa.
«Insieme si vince. E come le favole insegnano, chi va piano va lontano. Vogliamo che queste persone siano risorse, non un peso per la società. Accanto alla prima accoglienza agli sportelli Auser in Questura a supporto burocratico (oltre 5.000 gli ucraini che ne hanno usufruito; da 2 a 6 l’incremento del numero di mediatrici, ndr) abbiamo lavorato molto sull’orientamento lavorativo» spiegano Pietro Prevedoni, vicepresidente di Auser e Margherita Quaranta, direttrice dell’Area
Lavoro di Solco. Tra finanziamenti dedicati agli Enti del Terzo Settore (108mila euro per 13 progetti), sportelli di accoglienza e mediazione lavorativa (più di 30mila euro) e un contributo (4.000 euro) all’Associazione Nazionale della Polizia di Stato bresciana sono più di 142mila le risorse che la fondazione ha distribuito sul territorio. Finora più di 150 le persone aiutate nella stesura del curriculum e mappate nel database. Tra queste 15 hanno già trovato un’occupazione. «C’è voglia di andare avanti. Tra i profili avvocati, economisti, medici. Sono tristi e preoccupati per il loro futuro, ma tutti con un grande desiderio di guardare avanti» dice Irina, mediatrice linguistica. Curricula che raccontano storie, non solo elenchi di skills ed esperienze, frutto di un efficiente lavoro di squadra che non ha intenzione di fermarsi: «Abbiamo ancora risorse e tanti progetti sul tavolo. E risponderemo come meglio potremo. Abbiamo a cuore il loro futuro».