La ciclovia del Garda Il punto di tre regioni su un’opera complessa
Opera da 344 milioni. Fondi e criticità. Gelmini: «Opportunità straordinaria»
Regioni a confronto sulla ciclovia del lago di Garda. Per la prima volta Lombardia, Veneto e la provincia autonoma di Trento in dialogo con il territorio per valutare l’impatto di questa grande opera, inserita nel 2015 tra le dieci ciclovie di carattere prioritario a livello nazionale: 165 chilometri per 344 milioni di euro di spesa.
Regioni a confronto sulla ciclovia del lago di Garda. Per la prima volta Lombardia, Veneto e la provincia autonoma di Trento in dialogo con il territorio per valutare l’impatto di questa grande opera, inserita nel 2015 tra le dieci ciclovie di carattere prioritario a livello nazionale: 165 km per 344 milioni di euro di spesa.
Il cicloturismo come asset di sviluppo futuro per la macroregione del Garda: su questo si sono trovati d’accordo tutti i relatori all’incontro di Valeggio sul Mincio organizzato dalla Comunità del Garda e moderato dal segretario generale Pierlucio Ceresa. Dal vicepresidente trentino Mario Tonina (capofila per quest’opera), alla vicepresidente del Veneto Elisa De Berti, all’assessore regionale lombardo alle infrastrutture Claudia Maria Terzi: tutti hanno presentato i «conti», fatto il punto sui progetti, riconoscendo che ancora molto resta da fare, ma che «la ciclovia – come ha confermato il ministro agli affari regionali Mariastella Gelmini, anche presidente della Comunità del Garda – rappresenta una straordinaria opportunità per l’affermazione a livello internazionale del Garda nel segno della sostenibilità». E l’entusiasmo non manca: come quello del sindaco di Valeggio, Alessandro Gardoni, che individua nello storico ponte visconteo, incrocio di più ciclovie, il simbolo del Garda, magari anche ospitando un museo multimediale dedicato alla bicicletta. Turismo e cultura: Comunità del Garda e Università Cattolica di Brescia annunciano la nascita di un’iniziativa di partnership con la creazione di un centro studi sul turismo, «un’infrastruttura culturale – ha detto il professor Giovanni Gregorini - che si aggiunge a quella viaria».
Certo i problemi non mancano. Sul tracciato ad esempio. Il sindaco di Salò Gianpiero Cipani ha fatto sapere che la ciclovia non passerà certamente sul lungolago come previsto in questa prima fase dalla Società Aria Spa della Regione Lombardia che sta mettendo a punto il progetto sulla sponda bresciana. In prima fila, tra i presenti a Valeggio, anche il Soprintendente di Brescia Luca Rinaldi, silenzioso e pensoso. Del resto l’opera è piena di complessità: 87 ponti (29 stradali e 58 ciclopedonali, di cui almeno 16 mensole), 5 nuovi sottopassi e 20 gallerie, oltre ad una moltitudine di opere d’arte minori come muri di sostegno, scogliere, barriere paramassi per un totale di 19 lotti funzionali.
Per la ciclovia del Garda sono già stati stanziati 16 milioni di euro per progettazioni e studi di fattibilità. Il PNRR ha destinato in totale 400 milioni di euro sulla mobilità sostenibile e il cicloturismo in Italia. Per quanto attiene alla ciclovia del Garda è stato previsto un finanziamento di 30 milioni di euro per la realizzazione di un tratto di 18 km. Le risorse sono state così ripartite: per la Regione Lombardia 12, 5 milioni e 8 km dal realizzare; 7 milioni per Provincia Autonoma di Trento per 4 km da realizzare; per la Regione Veneto 10, 5 milioni e per 6 km da realizzare.
La ciclovia del Garda in Lombardia si sviluppa su 14 comuni: da Limone a Sirmione. Investimenti importanti ma ancora molte risorse sono da reperire. La sponda lombarda del Benaco è già dotata di alcune parti di un tracciato ciclo-pedonale ovvero di percorsi in promiscuo. Ma non basta. Si tratta fare nuovi tratti e riconnettere e armonizzare il tutto. Un lavoro impegnativo. Le criticità da risolvere restano parecchie. Il confronto di Valeggio è stato il primo passo in questa direzione. (m.p.)