Torna alla luce l’altare protostorico grazie ai rifugiati
Appuntamento all’alba, come in un film: la suggestione è garantita. Viene inaugurata oggi alle 6.30 nel parco archeologico del Santuario di Minerva a Breno una delle più interessanti testimonianze di questo antico luogo di culto: l’altare protostorico rinvenuto nel 2003 e rimesso in luce nel marzo 2022. L’evento «Aestiva luce. Intorno a Minerva», promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brescia e Bergamo con la cooperativa sociale K-Pax, è l’occasione per celebrare le Giornate Europee dell’Archeologia 2022 e la Giornata Mondiale del rifugiato, con la presenza di una delegazione di rifugiati politici del progetto SAI del Comune di Breno, che hanno attivamente partecipato alla rimessa in luce dell’altare, e di rappresentanti delle principali fedi religiose attive sul territorio. Un modo per unire l’archeologia ai temi della contemporaneità, in sintonia con la vocazione di questo santuario. «La struttura — spiega Serena Solano, funzionario archeologico della Soprintendenza e direttore del parco —, ossia una piattaforma quadrangolare di terra su cui si impostano grandi pietre a secco su base di 3,5 x 4,5 m, è una testimonianza “monumentale” del santuario preromano frequentato dalla fine del VI sec. a.C. alla fine del I sec. d.C.. Ha quindi favorito una coesistenza di culture e religioni nel mondo antico, aspetto che carica l’altare di grande valore». L’altare era emerso nel 2003 durante le ultime campagne di indagine archeologica: vennero individuati un grande recinto ellittico e grandi altari in pietre a secco, parte del santuario indigeno. Dopo la scoperta per esigenze conservative le strutture vennero reinterrate. «L’intervento di rimessa in luce — prosegue Solano — è stato realizzato in occasione del 35° anniversario della scoperta del santuario di Minerva e del 10° anniversario del progetto di micro accoglienza diffusa per i migranti forzati nel territorio. A 15 anni di distanza dalla scoperta e del successivo e immediato reinterro, con fondi ministeriali è stato riportato alla luce l’altare protostorico. La riscoperta della struttura è quindi stata effettuata con scavo manuale, cui hanno partecipato attivamente alcuni rifugiati politici accolti nel sistema ministeriale di accoglienza, gestito dalla Cooperativa KPax a Breno».