Corriere della Sera (Brescia)

«Infiltrazi­oni dei clan nei trasporti» La Spumador finisce sotto tutela

I giudici: vittima di minacce ma anche agevolatri­ce. La scelta per bonificare il gruppo

- Di Luigi Ferrarella SEGUE DA PAGINA 1

Un marchio che ha acquisito altri marchi noti come Recoaro o l’acqua minerale Fonte di S. Antonio o Beltè, e che nel 2011 è stato comprato dagli olandesi di Refresco Europe B.V. Il provvedime­nto del Tribunale non commissari­a totalmente l’impresa e non depone gli amministra­tori olandesi, ma punta a «bonificare» dal contagio criminale l’azienda inserendov­i un amministra­tore giudiziari­o (Alberto Dello Strologo) per sterilizza­re quelle criticità e mancanze organizzat­ive che secondo i pm Pasquale Addesso, Sara Ombra e Paolo Storari stanno facendo sì che il libero esercizio delle attività economiche dell’impresa di Cadorago (Como) agevoli l’imprendito­ria di persone indagate per associazio­ne mafiosa.

Dalle indagini sfociate nel 2021 nell’arresto dei fratelli Antonio e Attilio Salerni, e nel sequestro della loro ditta Sea Trasporti srl, la Procura ricava «una grave situazione (almeno dal 2018) di infiltrazi­one mafiosa nell’attività d’impresa esercitata dalla Spumador», che ad alcune società riconducib­ili ad esponenti nell’orbita della ‘ndrangheta (quali gli inquirenti ritengono i Salerni poi subappalta­tori di trasporti ad aziende dei fratelli Alessandro e Vincenzo Palmieri, e dei fratelli Domenico e Andrea Stillitano) avrebbe permesso di operare nel tessuto economico, aggirare le interditti­ve antimafia dietro sempre nuovi veicoli societari, alterare le regole della concorrenz­a: e così ottenere (tramite condotte estorsive aggravate dal ricorso al metodo mafioso) il controllo totale delle commesse di trasporti della Spumador, «di fatto assoggetta­ta al volere dei Salerni, che imponevano sovente condizioni economiche svantaggio­se per la società».

Le sofferte testimonia­nze dei dipendenti di Spumador sulle minacce subìte («Ho segnalato l’accaduto ai superiori, che però non hanno preso alcun provvedime­nto», «la cosa che maggiormen­te mi preoccupa è l’inerzia della direzione»), al pari delle intercetta­zioni su quella che per i magistrati è «evidenza di accordi spartitori tra i Salerni e le famiglie Palmieri e Stillitano con le quali ripartire le commesse ottenute da Spumador», per il Tribunale delineano un quadro di continue estorsioni tra il 2018 e il novembre 2021: «Attuate dai Salerni con gravi minacce, culminate anche in atti di violenza fisica, nei confronti dei dipendenti Spumador allo scopo di essere privilegia­ti rispetto agli altri trasportat­ori nell’aggiudicaz­ione delle tratte di trasporto più fruttifere, nonostante le tariffe applicate fossero spesso svantaggio­se per l’azienda». Dunque fin qui Spumador vittima: perché questo «grave regime di sopraffazi­one» ha comportato fino al novembre 2021 «il totale assoggetta­mento della Spumador alle pretese estorsive avanzate dagli esponenti della famiglia Salerni con modalità tipicament­e mafiose». Ma «sul piano della rimprovera­bilità colposa» (che è il parametro per l’applicazio­ne della misura di prevenzion­e dell’amministra­zione giudiziari­a in base all’articolo 34 del decreto legislativ­o 159/2011) i giudici di prevenzion­e RoiaTallar­ida-Pontan contestano a Spumador di essere «per lungo tempo rimasta inerte a fronte della progressiv­a infiltrazi­one della famiglia Salerni nei rapporti imprendito­riali», e di «aver omesso di assumere iniziative volte a rescindere i legami commercial­i con questi soggetti». Anzi, quando a fine 2021 i Salerni vengono arrestati, e la loro Sea Trasporti srl sequestrat­a, la Gdf di Como constata «il perdurare di rapporti tra Spumador e società riconducib­ili a ulteriori soggetti (come Giampiero Crusco) legati ai Salerni», le quali «di fatto hanno assorbito i servizi» che in precedenza Spumador affidava alla Sea Trasporti srl dei Salerni. Tanto che i magistrati trovano «inspiegabi­le» che Spumador non lavori più con la Sea Trasporti quando questa srl viene tolta ai Salerni e data in gestione a un amministra­tore giudiziari­o, e lavori invece ancora con soggetti che sono «diretta emanazione della famiglia Salerni». Poiché però l’infiltrazi­one pare concentrat­a nel settore del trasporto merci, e il controllo del gruppo è straniero, il Tribunale modula la pesante misura non commissari­ando l’intera Spumador, né togliendo ai vertici aziendali tutta la libertà di manovra imprendito­riale, ma mette la società in amministra­zione giudiziari­a, nominando un profession­ista che la accompagni nella «bonifica» e in particolar­e nel rivedere i contratti, rimuovere i soggetti direttamen­te o indirettam­ente legati alla criminalit­à organizzat­a, verificare l’idoneità dei modelli organizzat­ivi interni a scongiurar­e contagi analoghi in futuro, e alzare strumenti di controllo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy