Aiuti dal Garda per salvare il grande fiume, tra i sindaci cresce il fronte del no
I prelievi dal Garda per provare a «tenere in vita» il Po non trovano d’accordo i sindaci del lago. Ed un no pesantissimo è quello della ministra per gli affari regionali Maristella Gelmini, che è anche presidente della comunità del Garda. Così, anche se il Benaco è l’unico lago con risorse d’acqua al 60%, per ora non aiuterà il Po, come vorrebbe l’osservatorio interregionale.
Anche il primo cittadino di Toscolano Maderno, Delia
Maria Castellini, esprime la sua contrarietà: «Siamo contrari in quanto non risolverebbe il problema del Po ed aggraverebbe la situazione del Garda che, attualmente, ha già un livello molto basso come nessuno ricorda negli ultimi anni». Castellini ricorda come i sindaci del lago siano «rappresentati della Comunità del Garda che, attraverso il segretario Pierlucio Ceresa, ha bene espresso un parere suffragato dai dati tecnici. Un ulteriore abbassal’anno mento del livello delle acque può danneggiare l’equilibrio ambientale di tutto il territorio gardesano». Il sindaco pone l’attenzione sulla necessità di adottare regole e comportamenti virtuosi per risparmiare oro blu: «Serve una seria politica di prevenzione e vanno messe in atto iniziative di vario tipo per la riduzione dello spreco e dell’abuso di acqua. Di questi tempi la battaglia dell’acqua si gioca sui centimetri. È sufficiente guardare il lago a Lugana, oppure tra Moniga e Manerba, per rendersi conto che rispetto al
scorso c’è molta più spiaggia a disposizione di bagnanti e turisti. A dimostrazione che l’acqua sta pian piano arretrando». Un peggioramento quotidiano della situazione, come ha ricordato Ceresa: secondo i dati più recenti «il livello del lago è 76 centimetri sopra lo zero idrometrico, ovvero 126 centimetri in meno rispetto a un anno fa». Ecco il motivo che sta spingendo la Comunità del Garda e i sindaci ad opporsi a questo prelievo. Del resto il lago già fornisce 65 metri cubi al secondo di acqua al Mincio e ai laghi di Mantova (di questi una parte finiscono nei canali artificiali irrigui Virgilio e Seriola). Un prelievo ulteriore metterebbe a rischio anche gli acquedotti comunali che pescano proprio in fondo al lago.