Corriere della Sera (Brescia)

Sfratti, la protesta fuori dall’ufficio notifiche ed esecuzioni

Diritti per tutti cerca il sostegno degli ufficiali giudiziari: «La tensione sociale ricadrà sul vostro lavoro»

- Manuel Colosio Lilina Golia

«Lotta, resistenza e solidariet­à. Non è retorica, è quello che ci aspetta e che siamo pronti ad affrontare, perché nessuno rimanga senza casa».

Parole determinat­e quelle delle realtà che si battono a fianco di chi è sotto sfratto o sgombero in provincia di Brescia e che ieri si sono ritrovate fuori da Unep (uffici notificazi­oni, esecuzioni e protesti) in città. Chiedono «che anche gli ufficiali giudiziari chiamati ad eseguire le ingiunzion­i facciano presente alla prefettura che l’abolizione del tavolo sfratti porterà maggiori disagi e un innalzamen­to della tensione sociale che ricadrà anche sul loro lavoro», come affermato dall’Associazio­ne Diritti per tutti e Collettivo Gardesano autonomo. Prosegue quindi la protesta contro la decisione di abolire questo strumento di confronto in gran parte dei paesi della provincia, mantenendo­lo solo in 12 Comuni (Brescia, Castelcova­ti, Chiari, Desenzano, Ghedi, Lonato, Manerbio, Montichiar­i, Palazzolo sull’Oglio, Pontoglio, Rezzato, Rovato). Giudicano insoddisfa­cente quella che definiscon­o una «mezza marcia indietro» da parte della prefettura, annunciata attraverso una nota la scorsa settimana in cui si offriva «la disponibil­ità a valutare, al di fuori della procedura che coinvolge il Tavolo, quelle situazioni di particolar­e criticità, previa valutazion­e ed acquisizio­ne di documentaz­ione comprovant­e la meritevole­zza del caso». Secondo le associazio­ni che difendono gli sfrattati «la modalità introdotta è poco chiara, tanto vale mantenere il tavolo lasciando agli ufficiali giudiziari e alle associazio­ni la possibilit­à di richiedere direttamen­te l’attivazion­e di questo strumento». Le restrizion­i si sono già fatte sentire nelle scorse settimane, con azioni antisfratt­o sua postazione all’organizzaz­ione e, nel caso, anche rifiutarsi di prendere servizio», era stato detto dalla pubblica accusa che, per questi motivi, aveva chiesto pene contenute portate avanti in quei Comuni dove non è più possibile richiedere il tavolo, e altre tensioni arriverann­o. Già nei primi 15 giorni di luglio saranno impegnati ad esempio in 3 azioni a difesa di sfrattati in situazioni di forte fragilità: Botticino, per difendere una famiglia con 4 minori, Calvisano, dove a rischiare di restare senza casa è una donna invalida e Flero, dove a rischiare è una famiglia con due minori.

«Casa, diritti, dignità» intonano le decine di attivisti accorsi alla protesta e che si danno appuntamen­to per domani mattina per una azione antisfratt­o nel quartiere di Fiumicello, in città. «Qui il tavolo potrà essere convocato, ma ci troviamo comunque per impedire sorprese e proseguire con la lotta» chiudono prima di sciogliere, dopo circa un’ora, il presidio.

– 4 mesi, come poi sentenziat­o dal Tribunale - per i tre referenti dell’organizzaz­ione della cronoscala­ta.

Per sorvegliar­e sulla regolarità dello svolgiment­o della gara, Mauro Firmo, 55enne di Carpenedol­o, commissari­o esperto, era con una collega alla postazione di controllo a Ossimo

● Una Peugeot 106 era uscita di strada. Per Firmo non c’era stato nulla da fare

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