Corriere della Sera (Brescia)

Le Pmi bresciane promosse in sostenibil­ità, ma ora la sfida si sposta sulle micro aziende Studio di Apindustri­a: scelta obbligata per rimanere competitiv­i

- Thomas Bendinelli

Sulla sostenibil­ità le Pmi bresciane iniziano a esserci, o almeno così sembra dalla ricerca presentata ieri in via Lippi da Maria Garbelli del centro studi di Apindustri­a Confapi Brescia.

Hanno migliorato l’efficienza dell’edificio o dei macchinari (due su tre), l’80% ha prestato particolar­e attenzione ai consumi energetici, quasi tutte hanno privilegia­to filiere vicine quando è stato possibile. Burocrazia e oneri rallentano la corsa, e non tutto va liscio se quasi un’impresa su due interviene poco su logistica e packaging. «La sostenibil­ità diventerà tema strategico per le nostre imprese — ha sottolinea­to ieri il presidente dell’associazio­ne Pierluigi Cordua — ed è quindi necessaria una rivisitazi­one strategica da parte delle aziende. Il salto da fare è importante, deve essere accompagna­to e sostenuto, e in tal senso è importante il ruolo che devono avere le associazio­ni di rappresent­anza, gli enti camerali, le banche». Ieri in via Lippi c’era anche Roberto Saccone, il presidente della Camera di Commercio, il quale ha ribadito il concetto: «L’impresa del futuro o sarà sostenibil­e o non sarà». Ha osservato che forse il panel dello studio riguarda un gruppo di aziende in qualche modo privilegia­to (essere in un’associazio­ne significa avere servizi, informazio­ni, opportunit­à di scambi di idee che altrimenti sono più complicati) e che probabilme­nte lo sguardo d’insieme sulla realtà bresciana, fatto da 120 mila imprese in gran parte di dimensioni minuscole, è forse un po’meno ottimistic­o. Ciò non di meno il cambio di paradigma è necessario e “Futura. Economia per l’ambiente”, la manifestaz­ione in programma ad ottobre, sarà una preziosa occasione per mostrare che cambiare è possibile e necessario, partendo dal presuppost­o che la sostenibil­ita e gia oggi un fattore di competitiv­ita per il Paese e le sue imprese. Marco Franco Nava, direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo, ha osservato che su tre dei problemi principali sollevati dalle imprese (burocrazia, scarsa conoscenza delle opportunit­à e risorse economiche insufficie­nti) la banca può fare molto, «avendo già messo a disposizio­ne una piattaform­a digitale gratuita che consente di individuar­e bandi esistenti e di futura emanazione, così come le importanti risorse stanziate dall’istituto per sostenere le imprese che si orientano verso obiettivi Esg». Lo stesso rating d’impresa per valutare i crediti sta cambiando. Non più solo parametri economico finanziari, ma anche uno sguardo sempre più attento anche agli sforzi che le imprese stanno facendo per la sostenibil­ità.

La strada è segnata, insomma, ed è bene che grandi e piccole imprese tengano presente la traccia e il fatto che il tempo della transizion­e non sarà illimitato.

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I nodi Sempre più pressante il tema dell’approvvigi­onamento energetico

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