Giuseppe Gibboni, con il suo violino alla scoperta di Paganini
Stasera al Teatro Grande e il 6 agosto a Salò, per l’«Estate musicale del Garda». Doppia presenza bresciana per Giuseppe Gibboni, giovane stella del violino, il primo italiano, dopo 24 anni, a vincere nel 2021 il prestigioso premio Paganini di Genova. Questa sera alle 20, Gibboni suona in duo con Carlotta Dalia alla chitarra, in un programma che si apre con la Sonata Concertata di Niccolò Paganini; seguiranno tre Capricci di Paganini per violino solo, le Variazioni sul carnevale di Venezia di Francisco Tarrega per chitarra, il Capriccio n.18 di Mario Castelnuovo-Tedesco, l’Histoire du Tango per violino e chitarra di Astor Piazzolla e il Concerto n. 2 in si minore per violino e orchestra op. 7 La campanella di Paganini (info e biglietti teatrogrande.it). «Non tutti sanno che Paganini era anche un abilissimo chitarrista — dice Gibboni —: c’è un repertorio molto interessante, ma poco eseguito. In programma c’è anche un Piazzola di facile ascolto e che crea un certo effetto sul pubblico. Concluderemo con una nostra trascrizione della celebre Campanella di Paganini per violino e chitarra, una versione molto originale nella quale abbiamo cercato di essere il meno invadenti possibile, con la chitarra che fa da accompagnamento».
Qual è il suo rapporto con Paganini?
«Spesso viene frainteso come virtuoso fine a sé stesso. Per me, invece, è un grande musicista. La sua opera è specchio del suo periodo storico, segnato dalla presenza forte del melodramma. Donizetti disse: siamo fortunati che Paganini non abbia mai scritto un’opera! Altrimenti – è il sottointeso - ci avrebbe tolto lavoro. La sua scrittura è ricca di Belcanto e noi violinisti abbiamo il compito di portare in alto la bellezza che c’è nella musica di Paganini».
Lei è un enfant prodige: che cosa ha significato questo?
«Provengo da famiglia musicisti, fare musica per me, più che un sacrifico, è un impegno quotidiano, un po’ come chi fa sport a livello agonistico. Credo che i sacrifici siano altri. In fondo, noi siamo privilegiati: facciamo un mestiere che è anche la nostra più grande passione».
E il concerto di Salò?
«Sono molto felice di esibirmi nel paese dell’inventore del violino e in una rassegna così prestigiosa. Avrò il piacere di tornare a suonare con I Musici, con i quali mi sono esibito a Cremona, proprio poco prima della vittoria al concorso Paganini».